Tag Archivio per: Aggiungere dettaglio

COME SI INCOLLANO I LISTELLI IN DIAGONALE

Lo specchio di poppa presenta alcuni listelli che vanno posati in diagonale.
All’apparenza sembra una cosa semplice ma se realizzata male può rovinare completamene l’estetica della poppa, considerando poi l’esiguo spazio disponibile anche l’uso di uno squadretto di piccole dimensioni non è molto utile.
una soluzione efficace e facile da realizzare consiste nel tracciare delle linee diagonali prima di montare la falsa ordinata sulla chiglia, lavorando quindi sul tavolo, in piano e con tutto lo spazio disponibile, ma… bisogna pensarci prima.

Si deve osservare la perpendicolarità ed eventualmente correggere la paratia di poppa

Si deve osservare la perpendicolarità ed eventualmente correggere la paratia di poppa

Lo specchio di poppa non è mai incollato in verticale ma è sempre inclinato verso l’esterno, inoltre non è mai piatto ma è sempre arcuato, tuttavia le balconate e i decori mimetizzeranno questa mancanza. In ogni caso arcuare lo specchio è un’operazione fattibile solo se programmata e progettata in anticipo perché richiede la modifica di tutti i componenti che vi saranno incollati in seguito.

Durante la lavorazione è normale che alcuni listelli oltrepassino lo specchio di poppa, bisogna quindi eliminare le eccedenze e controllare che lo specchio sia PERFETTAMENTE PERPENDICOLARE rispetto alla chiglia ed eventualmente pareggiare con la carta vetro, si tratta spesso di pochi decimi di grado sufficienti però per “svergolare” le balconate di poppa e i relativi decori.

Le FRECCE ROSSE indicano le zone dove è necessario intervenire.

Le fasi della preparazione alla listellatura in diagonale a spina di pesce

Le fasi della preparazione alla listellatura in diagonale a spina di pesce

Per prima cosa si traccia una linea perfettamente verticale e perfettamente centrata rispetto alla chiglia evidenziata nell’immagine (in BLU).
Si incolla quindi il listello di appoggio che deve essere smussato per accordarsi con la zona curva dello specchio di poppa (in NERO).
Si incolla anche il primo listello orizzontale che andrà a contatto con la zona rivestita a spina di pesce cioè in diagonale (in ROSSO) .
All’incirca nel mezzo dell’aera da rivestire si punta una goccia di colla vinilica (in VERDE).

 

Per tagliare in diagonale i listelli è indispensabile utilizzare una dima

Per tagliare in diagonale i listelli è indispensabile utilizzare una dima

Conviene preparare in anticipo i listelli necessari al rivestimento.
I listelli vanno posizionati verticalmente uno sull’altro e bloccati con del nastro da carrozziere da ambo i lati in modo tale che risultino ben compattati.
Utilizzando una dima da taglio il lavoro procede in modo preciso e veloce, inoltre si possono utilizzare tutti e due gli spezzoni dei listelli.

 

Con il trucco della carta quadrettata si riesce a garantire l’angolazione dei listelli in modo preciso

Con il trucco della carta quadrettata si riesce a garantire l’angolazione dei listelli in modo preciso

Il trucco consiste nel ritagliare un quadrato da un foglio di un quaderno a quadretti ed incollarlo in diagonale.
Si deve solo allineare i vertici del foglio di carta con la linea di mezzeria.
Il foglio è solo puntato con la goccia di colla perché andrà rimosso negli step successivi.

Si incollano quindi i primi due listelli facendoli partire dalla mezzeria e tenendoli paralleli ai lati del foglio di carta. Questi saranno i “listelli guida” di tutto il rivestimento e vanno incollati con la massima attenzione e precisione possibile.

 

Dopo i primi tre listelli si toglie la carta quadrettata

Dopo i primi tre listelli si toglie la carta quadrettata

Dopo avere incollato tre listelli per lato si ottiene una superficie listellata larga circa 1 cm che è sufficientemente stabile e non si muove più da sola, si rimuove quindi il foglio di carta quadrettata e si pulisce l’area dalla goccia di colla.

Il lavoro procede incollando un listello alla volta. Il lato del listello tagliato a 45° deve essere posizionato esattamente sulla linea di mezzeria in modo da avere un’unica linea di giunzione. Tuttavia verrà rifinito con il timone ed eventuali piccoli errori verranno nascosti in seguito.

 

Nonostante la semplicità del lavoro il risultato finale è molto soddisfacente

Nonostante la semplicità del lavoro il risultato finale è molto soddisfacente

Ecco il lavoro finito, i listelli posati in diagonale sono perfetti.

Si noti anche il rivestimento della zona dello specchio di poppa arrotondato (trattato in un altro articolo).

Per non rendere troppo omogeneo il rivestimento ed enfatizzando al contempo il lavoro di posa in diagonale si possono utilizzare dei listelli appena appena di tonalità differente. Attenzione però a non esagerare altrimenti si ottiene un antiestetico effetto a scacchiera!!! (anche questo aspetto e stato trattato in un altro articolo).

 

I “KING PLANKS” DEL DEL PONTE DI PRUA

Lungo la linea mediana del ponte corrono delle tavole particolarmente robuste chiamate “king planks” che sono caratterizzate da una maggiore larghezza, lunghezza e spessore e si incastrano in appositi scassi praticati nei bagli sottostanti.

Si notino i 4 listelli al centro che sono di maggiore spessore (King planks).

Si notino i 4 listelli al centro che sono di maggiore spessore (King planks).

Nella foto qui sopra si notano benissimo i 4 king planks del castello di prua del Cutty Sark. Nonostante l’importanza strutturale di questi rinforzi nel Cutty Sark e nei Clipper in generale non sono presenti sul ponte di coperta.

Il tratto della cornice ad acro del ponte di poppa viene realizzata sagomando un listello più largo

Il tratto della cornice ad acro del ponte di poppa viene realizzata sagomando un listello più largo

Il rivestimento del castelletto non presenta nessuna difficoltà aggiuntiva rispetto al resto del ponte di coperta.

La difficoltà consiste nel realizzare lo spezzone della cornice ad arco. Si potrebbe piegare un listello che essendo di tiglio sarebbe anche facile ma rimarrebbe una tensione che in questa zona del modellino è molto pericolosa perché potrebbe portare al distacco della cornice. Un modo efficace ed anche semplice consiste nel sagomare un listello di larghezza maggiore.

Si completa il profilo della cornice con dei listelli di tiglio, la calafatura è realizzata con la carta nera

Si completa il profilo della cornice con dei listelli di tiglio, la calafatura è realizzata con la carta nera

Quando il tratto ad arco si è bene incollato si tagliano gli avanzi e si aggiungono gli altri listelli per completare tutto il profilo della cornice.

Si nota il bordo della carta nera che imiterà la calafatura.

I listelli utilizzati per la cornice hanno e lo spessore di 2 mm che è maggiore dei listelli del tavolato (1,5 mm), verranno livellati in seguito in modo che tutto il ponte sia sullo stesso livello.

In realtà la cornice era più alta rispetto al ponte di circa 1 cm ma in scala 1:72 diverrebbero soli 0,13 mm troppo pochi per essere realizzati.

COME ARCUARE IL PONTE A SCHIENA D’ASINO

Anche il ponte di poppa presenta una leggera curvatura chiamata a schiena di asino.

Questo esempio tratta del ponte di poppa del Cutty Sark.

Spesso nei kit i ponti sono perfettamente piani senza nessuna curvatura. Per realizzarla si deve considerare l’aumento dello spessore necessario per questa operazione che può essere quantificato in 1 mm ai bordi e 2-3 mm alla mezzeria. Si deve quindi procedere a ridurre l’altezza del ponte “piatto” fornito nei kit ricostruendo il componente da una tavoletta di compensato avente uno spessore ridotto di 1 mm od in alternativa si possono limare gli incastri delle false ordinate.

Il ponte così incollato servirà da supporto all’applicazione del falso ponte da costruirsi in compensato di betulla da 0,8 mm di spessore.

Listelli per arcuare il ponte

Listelli per arcuare il ponte

Le FRECCE GIALLE indicano i listelli laterali che hanno un’alterezza di 0,5 mm e sono incollati ad 1/3 e a 2/3 della larghezza del ponte e ne seguono il profilo curvo avvicinandosi verso l’estremità poppiera.

La FRECCIA ROSSA invece indica il listello collocato sulla mezzeria ed ha un’altezza di 1,5 mm.

Preparazione del falso ponte

Preparazione del falso ponte

Il falso ponte è visibile al centro della foto ed è ricavato dalla sagoma di cartoncino (a destra). Conviene ritagliarlo leggermente più grande (1 o 2 mm al massimo) in modo da compensare l’aumento della larghezza dovuta alla forma ad arco che assumerà una volta incollato in posizione.

Il ponte di poppa viene arcuato in modo molto semplice

Il ponte di poppa viene arcuato in modo molto semplice

Da questa foto si capisce benissimo come si possa ricreare l’effetto della curvatura a schiena d’asino tipica dei ponti di tutte le navi.

In pratica il listello centrale determina l’altezza del colmo mentre i due listelli laterali fungono da supporto, rinforzo in modo da impedire avvallamenti che sarebbero alquanto antiestetici.

Fasi finali del rivestimento del ponte di poppa con i listelli di tiglio.

Fasi finali del rivestimento del ponte di poppa con i listelli di tiglio.

Se il ponte risultasse essere più largo e sbordasse dalle fiancate sarebbe sufficiente limare gli eccessi con lisciatoio.

Il rivestimento della poppa non presenta nessuna deferenza rispetto al ponte di coperta, si noti però come nella zona più a poppa i listelli sono in un unico pezzo e non seguano più il disegno a sbalzo degli incastri.

RENDERE UNIFORME IL FONDO DEI SABORDI

Il fondo dei sabordi viene normalmente chiuso con un quadratino di legno.

Un caso critico è rappresentato quando l’apertura di un sabordo è intersecata da un’ordinata producendo una fessura verticale dovuta all’accostamento del fondo in compensato sull’ordinata di legno.

Si eliminano le fessure tra il fondo del sabordo e il bordo dell’ordinata.

Si eliminano le fessure tra il fondo del sabordo e il bordo dell’ordinata.

Nel riquadro in alto a sinistra si può notare quanto detto.

Anche colorando il tutto di nero la giunzione rimarrà sempre presente e visibile!

Se fosse presente anche una fessura questa deve essere chiusa.
Non si può adoperare lo stucco in quanto si dovrà forare per far passare la canna del cannone e lo stucco si sgretolerebbe, la si deve riempire con uno spezzone di listello opportunamente assottigliato ed incollato.

Il modo più semplice per uniformare la superficie del fondo consiste nel rivestire il foro quadrato con un pezzettino di carta nera.

Con la carta nera si rende uniforme il fondo del sabordo.

Con la carta nera si rende uniforme il fondo del sabordo.

Dopo aver tagliato a misura la carta si cosparge il retro di colla vinilica.

Per farlo aderire bene al fondo ed eliminare piccole bolle o grinze si utilizza un listello di legno premendo e lisciando in orizzontale e in verticale, in questo modo il fondo è perfettamente liscio e privo di qualsiasi imperfezione.

COME SI CALCOLA LA DISTANZA DELLE ORDINATE DI UNO SCAFO

Le ordinate di una nave rappresentano lo scheletro portante e svolgono una funzione di fondamentale importanza per la stabilità e la robustezza dello scafo.

Nei kit troviamo un’ordinata ogni 5, 7 o anche 10 cm (spesso come estensione delle false ordinate)  ma nella realtà queste erano assi più numerose e praticamente quasi riempivano tutto lo scafo.

Senza entrare troppo nella tecnica della costruzione di uno scafo ho voluto semplificare il concetto e spiegare con dei disegni questo passaggio affinché fosse il più chiaro possibile.

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

Su un foglio di carta quadrettata si riporta la posizione dei sabordi (le aperture dei cannoni) di due ponti di batterie così come saranno posizionati e quindi visibili sullo scafo ultimato.
È opportuno mantenere il disegno nella scala corretta in modo tale da verificare ad occhio lo sviluppo del lavoro.
Ai lati dei sabordi si tracciano delle linee verticali verde scuro che rappresentano le ordinate vere e proprie quelle cioè che partendo dalla chiglia arrivano fino all’impavesata senza interruzione di continuità . È importante disegnare queste rette con lo spessore dei listelli che verranno adoperati nella riproduzione delle ordinate (normalmente 2 o 3 mm.).
Siccome nelle navi vere le aperture dei sabordi sono di notevole larghezza per irrobustire ulteriormente lo scafo si inseriscono delle “finte ordinate” o ordinate di riempimento tracciate in verde chiaro (possono essere anche più di una).

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

Dalla teoria alla pratica il passo è breve, si riportano quindi sui due compensati pretagliati le linee verde scuro (le vere ordinate)  e verde chiaro (ordinate di riempimento). Per evitare di macchiare il rivestimento finale è preferibile riportare il colore dal lato che rimarrà interno allo scafo.

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

Accostando i due compensati appare evidente la disposizione delle ordinate, nella realtà lo spazio che rimane tra queste veniva riempito da altre assi di legname chiamati “imbuoni”(qui colorate in violetto).

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

Le ordinate corrono parallele ai lati dei sabordi e terminano sulle impavesate dove sono visibili nella loro parte terminale (normalmente anche più stretta).

Essendo verticali, si deve per prima cosa calcolare la posizione dei sabordi della batteria inferiore.
Ci si può aiutare con un listello che abbia la stessa larghezza di un sabordo (al limite mezzo millimetro più stretto per compensare lo spessore della mina della matita), quindi si tracciano sulle impavesate i due segni a matita.

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

Alla fine si incollano sulle impavesate i listellini quadrati che simulano le ordinate che corrono parallele ai sabordi dei ponti delle batterie inferiori.
Si può notare come non siano equidistanti.

Questo calcolo va fatto anche per valutare le dimensione della lunghezza dei carabottini che verranno incollati sui ponti in quanto sono delimitati dai bagli fissati sulle ordinate.

 

 

 

REALIZZARE LE CORNICI ALLA BASE DELLE SOVRASTRUTTURE DEL PONTE

Una volta segnati i punti sul ponte essi vanno uniti a formare le zone quadrangolari da preparare anticipatamente.
Con l’uso di un compasso si verifica l’esattezza delle linee appena tracciate ed eventualmente si correggono.
Si tracciano pure una linea guida mediana e due linee ad essa parallele che aiuteranno a posizionare correttamente le cornici.

Partendo dagli spilli si tracciano le linee che demarcano le principali sovrastrutture del ponte.

Partendo dagli spilli si tracciano le linee che demarcano le principali sovrastrutture del ponte.

Si tracciano con una matita le linee che demarcano le principali sovrastrutture del ponte.

Per simulare al calafatura il bordo esterno va incollato su un comune foglio di carta nera.

Per simulare al calafatura il bordo esterno va incollato su un comune foglio di carta nera.

Per preparare i contorni della base delle sovrastrutture si prendono dei listelli da 1,5 mm di spessore per 3-5 mm di larghezza.
Il bordo sterno va incollato su un comune foglio di carta nera che simulerà la calafatura tra le singole tavole.
Siccome le dimensioni delle singole parti possono essere assai simili è opportuno marcarle ed incollarle in gruppo.

Si segna con una freccia anche la direzione del quadrilatero.

Si segna con una freccia anche la direzione del quadrilatero.

Si incolla una sottile striscia ci carta nera anche su un lato obliquo.

Si incolla una sottile striscia ci carta nera anche su un lato obliquo.

Si incolla una sottile striscia ci carta nera anche su un lato tagliato a 45°.
Per evitare qualsiasi possibilità di errore si incollano i singoli componenti un foglio di carta millimetrata.
Si segna con una freccia anche la direzione verso la prua del quadrilatero.

OSSERVAZIONE DEL PONTE

Prima di illustrare la tecnica per realizzare le cornici delle maggiori sovrastrutture del ponte è opportuno documentarsi osservando le immagini scattate a Londra nel 2006 (prima dell’incendio che ha distrutto il ponte originale).

Dalle foto originali si notano perfettamente le cornici attorno alle strutture maggiori.

Dalle foto originali si notano perfettamente le cornici attorno alle strutture maggiori.

In questa foto originale scattata a Londra si nota perfettamente come il tavolato sia interrotto dalle suddette “cornici” che hanno lo scopo di dare maggiore resistenza.
Basta osservare sopra la linea rossa.
Le cornici non sono sempre presenti, si osservi la potenza delle caviglie a destra nella foto (dove sono invece assenti).

Per essere il più fedeli possibile all’originale è di fondamentale importanza osservare la documentazione fotografica.

Dalle foto originali si notano gli incastri tra il tavolato del ponte ed il trincarino.

Dalle foto originali si notano gli incastri tra il tavolato del ponte ed il trincarino.

In questa foto si nota come il tavolato ai bordi dello scafo non sia tagliato in modo rettilineo ma viene invece sagomato con dei gradini.
Altro particolare importante è la sagoma della tavola di dimensioni maggiori (trincarino) che funge un po’ come i cerchi nelle botti tenendo ferme tutte le assi ed impedendo il movimento longitudinale.
Lo scafo del Cutty Sark è realizzato in parte in legno e in parte in ferro, qui è evidente il punto di passaggio; lo scafo superiore che è in metallo abbisogna di una sua struttura autoportante visibile (di colore rosso antiruggine).

Nel modello in scala 1:72 il singolo listello ha una larghezza di 1,5 mm e l’intaglio antispostamento sarebbe al massimo di soli 0,3 mm. troppo pochi per potere essere realizzato con successo ed è quindi meglio non riprodurre gli incastri.

Dalle foto originali si notano come le assi a prua assumano una larghezza maggiore.(king planks)

Dalle foto originali si notano come le assi a prua assumano una larghezza maggiore (king planks).

In questa foto si nota come le assi a prua (i king planks) assumano una larghezza maggiore.
Per meglio valutare le dimensioni effettive sono riportate le misure in scala.
La freccia rossa mostra la corretta posizione dei supporti dell’argano.
Osservate le frecce gialle e noterete il sistema di chiodatura dei ponti, le viti o bulloni vengono protette da un tappo in legno e sono assai poco visibili.

A volte è difficile identificare le aggiunte per i visitatori.

A volte è difficile identificare le aggiunte per i visitatori.

Qui si vede un particolare della prua: sbarre e reti chiudono uno spazio angusto.
La domanda che un modellista si pone riguarda il fatto che esse siano originali od aggiunte in seguito quale misura antinfortunistica per i visitatori?

Certi elementi quali targhe commemorative (sulla Vicory “qui fu colpito Nelson”), impianti antincendio (estintori a pioggia), uscire di scurezza od ancora faretti, lampadine ed impianti elettrici esterni per l’illuminazione notturna sono facilmente identificabili come “aggiunta turistica”, ma altri (come l’esempio qui sopra) sono molto difficili da identificare in quanto si tratta di un vano tecnico che può essere destinato per esempio a pollaio per la produzione di uova fresche che erano molto apprezzate in mare aperto.

 

PREPARAZIONE AL RIVESTIMENTO DEL PONTE

ome i tutti i velieri anche il ponte del Cutty Sark è arcuato a schiena d’asino.

ome i tutti i velieri anche il ponte del Cutty Sark è arcuato a schiena d’asino.

In questa foto si nota come il ponte del Cutty Sark non sia più parallelo ma leggermente arcuato, a schiena di asino.
La freccia BLU rappresenta la linea che si vede nelle tavole di costruzione che molto spesso erroneamente è disegnata parallela.
Le linee rosse segnano il punto di contatto tra il ponte e lo scafo  e risultano più basse di alcuni millimetri.

Il paiolato del Cutty Sark presenta delle cornici attorno alle cabine ed attorno ad alcune sovrastrutture, che dovranno essere realizzate prima di posare i singoli listelli che rivestiranno il ponte.

Traccio con una matita le sagome delle sovrastrutture del ponte.

Traccio con una matita le sagome delle sovrastrutture del ponte.

Ho realizzato due falsi ponti, uno è stato incollato allo scafo, l’altro invece mi serve verificare il posizionamento delle singole sovrastrutture e quindi vi è stato incollato sopra una fotocopia del ponte allestito.
Sopra di questo fisso con del nastro da carrozziere dei fogli di acetato semitrasparente.
È necessario riportare con la matita le sagome dei boccaporti, delle cabine e in genere di tutte le sovrastrutture.

Il foglio di acetato viene allineato al ponte.

Il foglio di acetato viene allineato al ponte.

Fisso il foglio di acetato sul ponte e verifico che sia in asse, una linea di mezzeria è stata tracciata sul ponte, un’ altra invece sul foglio e devono sovrapporsi perfettamente.

Punto degli spilli agli angoli delle sovrastrutture in modo da delimitare le cornici.

Punto degli spilli agli angoli delle sovrastrutture in modo da delimitare le cornici.

Agli angoli delle sovrastrutture che presenteranno una cornice pianto degli spilli.

Agli angoli delle cornici delle sovrastrutture rimangono piantati degli spilli

Agli angoli delle cornici delle sovrastrutture rimangono piantati degli spilli

Rimosso il foglio di acetato mi rimangono gli spilli in corrispondenza degli angoli delle cornici.

LA CHIODATURA DELLE TAVOLE

Le tavole sono inchiodate su tutti i bagli cui appoggiavano e nelle giunture di testa la chiodatura è spesso doppia.
Nei galeoni di maggiore stazza i chiodi aumentavano rispettivamente a tre sulle teste e due sui bagli.
Hanno un diametro pari fino ad un quinto della tavola che devono fissare.
Sono di sezione quadrata e non rotonda ed infine non sono mai sporgenti ma anzi per prima cosa veniva ricavato un profondo scasso nel legno dove la testa del chiodo era incassata per poi essere chiusa con un tappo dello stesso legno del ponte sigillando il tutto con della pece.

I chiodi dei ponti superiori non sono mai sporgenti ma chiusi con un tappo detto “cavicchio”

I chiodi dei ponti superiori non sono mai sporgenti ma chiusi con un tappo detto “cavicchio”

La giunzione risultava quindi assai difficile da individuare rendendo di fatto la chiodatura quasi invisibile, al limite si possono notare dei leggeri cerchietti più scuri sulla circonferenza dei tappi perché con il passare delle settimane e dei mesi questi diventano leggermente più scuri in quanto la fibra del legno assorbe l’acqua, e quindi anche lo sporco in essa disciolto.

Lo schema di un classico chiodo a sezione quadrata chiuso da un tappo o cavicchio

Lo schema di un classico chiodo a sezione quadrata chiuso da un tappo o cavicchio

Nelle tavole del ponte la fibra è disposta longitudinalmente, quindi la parte scoperta si trova sull’intestatura delle tavole protetta dal calafataggio e quindi non assorbe più di tanto.
Nel tappo invece la fibra è disposta in senso verticale e non potrebbe essere diversamente, altrimenti il legno si spaccherebbe, ed è quindi esposta alle intemperie e al salino e lo sporco viene assorbito dai tappi in maniera maggiore e in sostanza più si sporcherà il ponte più saranno scuri i tappi ma non diventeranno mai neri.
I tappi hanno una larghezza massima di otto centimetri.

Si deve anche considerare la scala del kit perché tutti i particolari e i dettagli devono essere rapportati ad essa, per comodità viene riportata una tabellina riepilogativa:

scala del
modellino
lunghezza listello
min. max.
larghezza listello
min. max.
spessore
cavicchio
1:50
1:75
1:100
80 mm
53 mm
40 mm
120 mm
80 mm
60 mm
3 mm
2 mm
1,5 mm
4 mm
3 mm
2 mm
ø 0,8 mm
ø 0,6 mm
ø 0,4 mm

COME SIMULARE LA CHIODATURA

Probabilmente qui si entra in una zona grigia in cui un particolare risulta difficile da riprodurre realisticamente in scala e quindi potrebbe essere opportuno ometterlo.

Nonostante queste perplessità molti modellisti però sono intenzionati ad intraprendere questa strada pensando di aggiungere un valore al loro modello.

La tecnica più corretta per realizzare la chiodatura prevede inizialmente di preparare la superficie del ponte lisciandolo con un raschietto per eliminare ogni singola imperfezione, va poi steso il mordente per scurirlo o per riprodurre un colore più grigiastro o con tendenza al biondo, infine va trattato con del turapori per stabilizzarlo e renderlo meno sensibile alle macchie di colla.

Prima si fora il tavolato del ponte e poi si riempiono i buchi con listelli di legno a sezione rotonda

Prima si fora il tavolato del ponte e poi si riempiono i buchi con listelli di legno a sezione rotonda o con dello stucco fatto in casa

    Per simulare correttamente ogni singolo chiodo si procede con il forare il listello di legno con una punta dal diametro compreso tra quattro e otto decimi di millimetro, è consigliabile forare anche lo strato di compensato che funge da base per il rivestimento finale, il foro deve poi essere riempito con:

  • un tondino di legno dalla sezione appropriata oppure
  • con dello stucco realizzato utilizzando per metà la colla aliphatica e per l’altra metà una miscela di polvere del legno del listello con una piccola aggiunta di polvere di legno più scuro.
I cavicchi devono essere un poco più scuri del ponte finito, mentre non devono mai apparire più chiari

I cavicchi devono essere un poco più scuri del ponte finito, mentre non devono mai apparire più chiari

Alla fine il composto deve avere all’incirca la stessa tonalità del ponte finito ma risultare leggermente più scuro.

Per garantire una presa duratura nel tempo il ponte deve essere preventivamente inumidito affinché l’acqua penetri nelle fibre dei fori permettendo alla colla di introdursi in profondità, questa si applica con una spatola metallica asportando immediatamente l’eccedenza.

Alla fine è obbligatorio ripetere la carteggiatura con una carta abrasiva a grana fine per pulire il tavolato, oltre allo sporco si toglie anche il turapori e sarà necessario stenderlo una seconda volta.

SIMULARE L’ANELLINO NERO

Questa appena descritta è la procedura di base che garantisce già un ottimo risultato, ma si può aggiungere un dettaglio migliorativo simulando l’anellino di pece nera che circonda il cavicchio o tappo.

Allo scopo è necessario dotarsi di un pirografo.

Al posto del pirografo sarebbe possibile utilizzare un comune saldatore a stagno, ma è meno maneggevole e preciso

Al posto del pirografo sarebbe possibile utilizzare un comune saldatore a stagno, ma è meno maneggevole e preciso

L’effetto è ottenuto grazie alla punta che è resa incandescente dalla corrente ed incide e brucia il legno segnandolo in modo permanente ma irreversibile.

In commercio si trovano svariate tipologie di punte ma la più indicata è la punta classica di tipo universale.
La temperatura va tenuta tendenzialmente sempre molto alta.

Per realizzare l’anellino si deve premere con la punta del pirografo nel foro eseguito in precedenza per bruciare la circonferenza e renderla nera, allo scopo si deve ricordare che il risultato finale dipende dalla combinazione di molti fattori, come per esempio la pressione esercitata, la temperatura, il tipo di legno, la punta adoperata e il relativo grado di sporcizia, fattori questi che non sempre sono facilmente replicabili in giornate diverse e per questo sarebbe opportuno iniziare e terminare tutti i cavicchi in un’unica sessione di lavoro.

L’anellino nero attorno al cavicchio aumenta di molto il dettaglio ma sussiste il rischio di rovinare il ponte

L’anellino nero attorno al cavicchio aumenta di molto il dettaglio ma sussiste il rischio di rovinare il ponte

È vivamente consigliato effettuare molte prove preliminari ed esercitarsi affinché si acquisisca una certa padronanza dell’attrezzo.

RIVESTIRE IL PONTE DI COPERTA

Il ponte può essere rivestito utilizzando anche dei listelli a lunghezza intera ma risulterebbe poco realistico in quanto vengono a mancare tutti i dettagli delle giunture di testa, è preferibile quindi optare per il rivestimento con listelli corti.
Per rivestire il ponte di una nave non è prevista una lunghezza standard delle tavole, ma queste devono assumere una lunghezza tale da coprire la distanza di cinque o sei bagli. La distanza dei bagli corrisponde alla distanza delle ordinate ma queste non sono poste ad intervalli regolari perché alle estremità lo scafo è soggetto a maggiori sollecitazioni e di conseguenza veniva irrobustito ravvicinando le ordinate con la conseguenza che la distanza tra esse diminuiva. Le misure delle tavole sono di conseguenza leggermente variabili, ma se rapportate nella scala del modello le differenze risultano limitate a qualche millimetro, una misura decisamente trascurabile perché sono difficili da notare in particolare modo sui ponti più corti che sono quelli più in vista.

Si deve decidere in anticipo quale disegno adottare per il rivestimento finale e segnare sul falso ponte i punti di unione delle tavole.

Disposizione errata per inchiodare le tavole di un ponte

Disposizione errata per inchiodare le tavole di un ponte

L’immagine qui sopra mostra un modo errato di sfalsare le tavole una ogni quattro o una ogni due.
Questo modo non è corretto:

  • Nello schema 1 a 4 le assi sono semplicemente sfalsate.
  • Nello schema 1 a 2 le assi sono semplicemente troppo corte.
Disposizione corretta per inchiodare le tavole di un ponte

Disposizione corretta per inchiodare le tavole di un ponte

È più corretto sfalsare le tavole come visibile qui sopra:

  • Nello schema 1 a 5 le tavole presentano due rientri (assi 3 e 5) e un sfasamento (assi 1 e 2).
  • Nello schema 1 a 4 le assi presentano due rientri (assi 2 e 4).

Dopo aver applicato la calafatura alle tavole del ponte si deve procedere alla loro posa. (A tale proposito si può leggere il relativo post. https://www.modellini-navali.it/la-calafatura-del-tavolato-del-ponte-con-la-tecnica-della-carta-nera/.)
Di norma i ponti presentano uno o due corsi più larghi e più spessi che corrono lungo la mezzeria “king planks” o paralleli ad essa “guide planks” e sono incastrati nelle apposite tacche ricavate nei bagli, il tavolato che è invece più sottile viene appoggiato direttamente sui bagli in modo che la superficie superiore abbia la medesima altezza senza creare dei gradini. Ovviamente ci sono anche le eccezioni.

Le tavole erano inchiodate su tutti i bagli cui appoggiavano e nelle giunture di testa la chiodatura era spesso doppia. I chiodi non erano mai sporgenti ma anzi per prima cosa veniva ricavato un profondo scasso nel legno dove la testa del chiodo era incassata e chiusa con un tappo dello stesso legno del ponte, risultava quindi assai difficile da vedere.

Nel veliero Cutty Sark (foto di Londra del 2006) il tappo dei chiodi è appena visibile

Nel veliero Cutty Sark (foto di Londra del 2006) il tappo dei chiodi è appena visibile

 

 

IL PRIMO LISTELLO DEL PONTE

Il primo listello deve essere incollato in modo perfetto perché di fatto è un “listello guida”

Il primo listello deve essere incollato in modo perfetto perché di fatto è un “listello guida”

Il primo listello o listello guida deve essere posizionato in corrispondenza della mezzeria del ponte e in questo caso sarà perfettamente centrato, in alternativa si potranno incollare due listelli uno a destra e l’atro a sinistra della mezzana ottenendo di fatto due listelli appaiati al centro dello scafo, questa seconda soluzione è più facile da realizzare.

In molti modelli questi listelli devono essere più larghi di circa 1 mm in quanto rappresentano i “king planks”.

Si segna con una matita la mezzeria dello scafo e, per garantire un perfetto allineamento si adopera un righello.
Nel riquadrino ROSSO si vedono una parte dei listelli già calafati.

Le tavole del ponte venivano sfalsate secondo un disegno prestabilito normalmente a 4 o 5 corsi come spigato qui sopra.
Le frecce ROSSE mostrano i segni di unione delle tavole derivati dalla reale disposizione del tavolato.

I carabottini e le aperture dei ponti in genere sono delimitati da una cornice fissa chiamata “la mastra” che è collocata in modo permanente sopra ai bagli e ne delimita in modo preciso l’inizio e la fine, essendo i bagli distanziati di circa mezzo metro le cornici ne tagliano un certo numero che vengono bloccati sui battenti longitudinali.

Le frecce BLU quindi mostrano la reale posizione dei carabottini ricavata dalle posizioni dei bagli e quindi delle ordinate.

 

LE ZONE SPECIALI DA RIVESTIRE

Se l’area da rivestire è inferiore alla distanza di 5 o 6 bagli allora le assi erano postare a lunghezza intera

Se l’area da rivestire è inferiore alla distanza di 5 o 6 bagli allora le assi erano postare a lunghezza intera

Nel riquadrino ROSSO si può notare come le tavole vengono disposte secondo uno schema a cinque posizioni.
Le assi hanno una lunghezza tale da coprire la distanza che intercorre tra 5 o 6 bagli.
Le aree BLU mostrano le zone speciali che essendo più corte della lunghezza di una singola asse vengono rivestite utilizzando un listello a lunghezza intera a prescindere dal disegno del tavolato e senza tenere in considerazione lo sfasamento delle giunzioni.
Infatti quando è possibile è più logico e semplice inchiodare una singola asse piuttosto che unirne due.

 

La calafatura eseguita con il cartoncino nero è molto realistica

La calafatura eseguita con il cartoncino nero è molto realistica

Nell’immagine qui sopra si vede la disposizione del tavolato del ponte con la carta nera che simula la calafatura presente solo su un lato del listello in modo da rimanere sottile.

 

DELIMITARE UN’AERA DEL PONTE

Quando è possibile si prosegue con la tavola oltre lo spazio che rimane visibile in modo da semplificare il lavoro di delimitazione

Quando è possibile si prosegue con la tavola oltre lo spazio che rimane visibile in modo da semplificare il lavoro di delimitazione

Si rivestono solamente le zone che rimangono visibili, in modo tale da risparmiare tempo e fatica.

Quando un ponte viene interrotto da una paratia conviene ricoprire anche una parte non visibile in modo tale da non avere interruzioni di continuità. Sopra il rivestimento chiuso dalla paratia si incolla un listello che blocca in modo permanente il ponte rivestito.

Effetto finale del tavolato rivestito con listelli calafati con la carta nera

Effetto finale del tavolato rivestito con listelli calafati con la carta nera

Dopo questo step si dovrà carteggiare il ponte e la calafatura che in questa foto risulta essere  leggermente mossa diverrà perfettamente rettilinea mantenendo al contempo un leggero movimento che risulterà essere assai realistico.