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21 Ottobre 2018 alle 9:22 #9606
IL TIMONE DI POPPA
La costruzione delle due “femminelle” (della pala del timone)
La femminella è rappresentato da un anello ferroso alto circa 10 cm nel quale passerà l’agugliotto cioè il perno. Questa sarà solidale alla pala del timone.
Segno con una matita l’inizio della ferramenta.
Ritaglio una striscia di carta da fotocopiatrice della larghezza esatta (dedotta dalle immagini storiche) e la incollo sullo stuzzicadenti .
Utilizzo la colla vinilica.
Quando la colla ha fatto presa, bastano 10 o 15 minuti, cospargo di colla vinilica il lato interno della striscia di carta ed inizio ad avvilupparla sullo stuzzicadenti fintanto da raggiungere lo spessore desiderato.
La freccia ROSSA mostra appunto di quanto abbia ingrossato l’anello della femminella.
In modo analogo avviluppo una seconda striscia di carta in modo da ricavare la seconda femminella.
Questa sarà solidale alla chiglia dello scafo.
Dalla foto storica deduca che la femminella del timone è più stretta di quella della chiglia che dovrà reggere tutto il peso. Di conseguenza anche gli spessori saranno diversi.
È molto facile ottenere lo spessore desiderato perché è sufficiente aumentare o ridurre il numero di giri della striscia di carta.
Alla fine ritaglio la carta in eccesso ed aspetto che la colla si asciughi completamente.
La ferramenta (della pala del timone)
Il dettaglio della foto storica mi servirà per ricostruire le linguette della ferramente della pala.
Le linguette sono due.
Una prima è attaccata direttamente sul timone ed è più larga. La realizzo con una striscia di carta di maggiore larghezza.
Per garantire un perfetto allineamento mi sono costruito un semplice ma efficace squadretto.La lunghezza di questa lastra di ferro è dedotta dalla prima immagine e raggiunge circa i tre quinti della larghezza della pala.
Ovviamente una seconda lastra andrà collocata sull’altro lato del timone.Ora incollo una striscia di carta più sottile e realizzo così la prima linguetta completa.
21 Ottobre 2018 alle 11:14 #9614IL TIMONE DI POPPA
Come incollare il timone sullo scafo
In questa immagine si vede il timone collocato nella sua posizione definitiva, per il momento non lo incollo ancora.
Si tratta di un controllo intermedio utile per verificare le proporzioni della ferramenta.
La freccia ROSSA mostra un altro rinforzo realizzato anche’esso con la comune carta da fotocopiatrice.
È un’operazione tanto banale quanto insidiosa.
La pala del timone entra nel foro di passaggio rettangolare ed è incollata solo sull’estremità con la vinavil.
Devo garantire che durante la fase di asciugatura rimanga perfettamente in ASSE perché anche uno scostamento di un decimo di millimetro sarà visibile e rovinerà l’estetica dello scafo.
La faccenda si complica notevolmente perché il timone NON deve toccare il diritto di poppa ma deve rimanere distaccato di circa due decimi di millimetro.
A metà timone inserisco (SENZA INCOLLARE OVVIAMENTE) uno scarto di carta nera che funge da distanziatore. (vedi freccia GIALLA).
Nella parte inferiore del timone incollo il perno dello stuzzicadenti con due profili di legno.
Prima un semicerchio (freccia ROSSA) e subito dopo Un triangolo con il lato obliquo arcuato (freccia).
Utilizzo listelli di legno molto sottili ( 0,5 mm) e adopero la colla ciano acrilica che garantisce una presa istantanea.
In questo modo garantisco il perfetto allineamento dell’asse di rotazione della pala del timone.PS) Per sicurezza non rimuovo il distanziatore di carta inserito a metà della pala.
21 Ottobre 2018 alle 11:14 #9615IL TIMONE DI POPPA
La costruzione della “femminella” (del diritto di poppa)
Da questa immagine si vede come la sagoma della ferramenta attaccata al diritto di poppa sia molto complessa; anche in questo caso devo prima scomporre la struttura in elementi più semplici e facili da costruire.
La parte terminale (evidenziata dalla freccia ROSSA) e il grosso anello (freccia GIALLA) sono già stati realizzati negli step precedenti e mi rimane da completare solo la struttura esterna.
Il primo passaggio prevede la realizzazione del quarto di cerchio che unisce l’anello della femminella al diritto di poppa.
Prendo della carta nera, la stessa utilizzata per la calafatura del ponte, perché ha uno spessore maggiore rispetto alla carta per fotocopie.
Con un punzone eseguo dei fori rotondi. Dopo alcune prove trovo il diametro appropriato.
Elimino con una taglierina la parte in eccesso.
Anche il lato a contatto con il fasciame dello scafo presenta una curva.
La disegno sul foglio di carta e la ritaglio con una forbicina con le lame ricurve.
Per evitare spigoli vivi e irregolarità nella curva eseguo il taglio in un’unica passata.Infine lo incollo prima sul diritto di poppa e solo dopo che la colla si è asciugata anche sull’anello di carta (BIANCA) realizzato in uno step precedente.
La freccia BLU mostra che lo spessore di carta è ancora presente in questa fase lavorativa.
La freccia ROSSA mostra il lembo che andrà tagliato a misura e si unirà alla femminella realizzando così un unico corpo della ferramenta.
21 Ottobre 2018 alle 11:14 #9616IL TIMONE DI POPPA
Dettagli aggiuntivi
In questa fase realizzo anche i dettagli della zona dell’elica.
Anche qui si deve fare affidamento sulle foto che si reperiscono si Internet.
Dalla foto qui sopra si vede benissimo gli elementi aggiuntivi in legno ancorati alla scafo tramite rinforzi verticali di ferro e barre metalliche.
Le frecce ROSSE mostrano gli elementi da aggiungere al modellino della RRS Discovery.
Quando ho terminato di allestire tutta la ferramenta realizzata con della comune carta la devo rinforzare e sigillare passandoci sopra della colla ciano-acrilica.
Appoggio una goccia di colla su una superficie plastica di scarto (come un piattino da picnic) e con la punta di uno stuzzicadenti la spalmo sulla superficie esterna della carta. La colla ciano acrilica penetra lentamente nelle fibre della carta formando sulla superficie uno strato duro resistente ed impermeabile.
In questo modo potrò trattare la ferramenta senza corre il rischio che si formino dei pilucchi o che la superficie si increspi.
Per simular la chiodatura eseguo tutta una serie di fori dove inserire a pressione il gambo di un golfare.
Per sicurezza intingo il gambo nella colla ciano acrilica.In questa foto si vede da un’altra angolazione l’elevato numero di chiodini da simulare.
Da questa immagine si vede l’effetto finale ottenuto con:
- secondo strato di listelli non carteggiato a specchio come invece va fatto se il modello rimane con il legno al naturale.
- colore eseguito a pennello in diversi passaggio e con l’uso di inchiostri, se avessi usato l’aerografo il colora sarebbe stato molto più uniforme.
- lo spessore dei rivetti è di mezzo millimetro in modo che la trama emerga dallo scafo soprattutto perché vengono evidenziate dalle ombre.
- si vede anche l’elica che tratterò nel prossimo step.
In questa foto ho utilizzato il flash della macchina fotografica ed ho eseguito lo scattato da una distanza di circa 10 cm con l’effetto macro.
Ad occhio nudo e in condizioni normali l’effetto è meno rimarcato.Completo la carrellata con la foto della prua.
La freccia ROSSA mostra il rinforzo antisfregamento dell’ancora realizzato con la carta nera.
La freccia GIALLA mostra come sia visibile la linea incisa con il cutter per separare le singole lastre di ferro del rompighiaccio realizzato invece con dei fogli di plastica della Evergreen
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 10 + 30 (vedi nota) 260 Costo sostenuto euro 5,50 84,60 Note: aggiungo 30 ore utilizzate nelle fasi precedenti che non sono state documentate. 18 Novembre 2018 alle 21:11 #9651Costruire l’elica della RRS Discovery
Il veliero di esplorazione antartica RRS Discovery disponeva di una propulsione aggiuntiva costituita da una caldaia a carbone che faceva ruotare un elica a due pale.
L’elica è stata progettata per essere facilmente estratta dalla sua sede per prevenire possibili danneggiamenti durante le soste nei mari ghiacciati.
Dalle foto reperibili si può dedurre molto bene sia la forma sia il tipo di ancoraggio.
Dalla fotografia qui sopra si possono ricavare tutti i dettagli necessari per riprodurla in ogni minimo particolare.
L’albero dell’elica forma un bulbo sferico leggermente allungato (come un uovo).
Sono presenti dei “tappi” rotondi sulla superficie vicino alle due pale.La costruzione del bulbo dell’elica
Nella prima fase lavorativa mi occupo di costruire il bulbo sferico.
Considerato che il bulbo assume una forma ad “uovo” decido di costruirlo partendo da un blocchetto di legno di balsa e lo arrotondo fintanto che la dimensione corrisponde.
Eseguo alcune verifiche intermedie ma alla fine la balsa è facile da lavorare e non presenta particolari difficoltà.
La freccia ROSSA mostra il legno di balsa arrotondato che ha assunto la forma cilindrica; per ottenere il diametro corretto mi avvalgo di una verifica visuale direttamente sullo scafo del modellino in costruzione.
La fase successiva consiste nel ricavare dal tondino di balsa il bulbo sferico a forma di uovo.
Purtroppo questa foto è sfocata ma rende comunque bene l’idea dello step lavorativo.La costruzione delle pale dell’elica
Per costruire le pale dell’elica disegno una sagoma su un foglio di plastica della Evergreen da 0,25 mm di spessore.
Ricavo due elementi che devono essere perfettamente identici. Le frecce BLU mostrano l’attacco delle pale sul bulbo mentre quelle ROSSE la parte finale.
Le pale devono essere arrotondate ma il foglio di plastica è rigido e non e possibile mantenere curvo un pezzo così delicato solo usando una tecnica meccanica.
Decido allora di conferire la forma in modo definitivo utilizzando il calore.
Le blocco con del nastro di carta su un tondino di legno di noce dal diametro di 10 mm. che è più largo di quello del bulbo sul quale verranno fissate.
In questo modo la curva che conferirò alle pale risulterà essere più morbida.Faccio bollire dell’acqua in un pentolino, spengo il fuoco così che la temperatura scenda sotto i 100 gradi ed immergo lo spezzone di legno per circa 10 secondi. L’alta temperatura (ormai abbassatasi a 90 0 95 gradi) ammorbidisce la plastica che assume “spontaneamente” la forma cilindrica impressa dal tondino di legno.
Subito dopo lo immergo in acqua fredda (di frigorifero) per altri 10 secondi.
Lo sbalzo termico così repentino irrigidisce e fissa la plastica nella sua nuova forma.Da questa immagine si vede benissimo la forma curva assunta da una pala dell’elica. Vedi la freccia ROSSA.
Con una taglierina incido la sfera di balsa ed inserisco le due pale.
Ad un’estremità incollo un oblò da 3 mm capovolto in modo che simuli l’attacco verso lo scafo. Vedi la freccia BLU.La freccia ROSSA mostra un piatto rotondo attaccato sul bulbo dell’elica.
Non so se si tratta di un coperchio per permettere una visione dell’interno del bulbo che presumo fosse vuoto oppure se si tratta di un contrappeso per permettere di bilanciare tutto il gruppo.
Il bulbo di balsa è stato spennellato con abbondante colla aliphatica che ha permesso di chiudere i pori del legno e potere carteggiare perfettamente la superficie.
Per la cronaca questo passaggio è stato più impegnativo del previsto ed ho dovuto ripeterlo alcune volte prima di ottenere una superficie perfettamente liscia.
Per dipingere il gruppo dell’elica ho dapprima dato una mano di primer a spruzzo e successivamente ho applicato del colore oro con un pennarello.
Posizionare l’elica
Nel foro dell’elica a poppa devo creare una scanalatura per accogliere l’innesto dell’elica.
Si tratta di una modifica semplice da eseguire.
Una volta che ho collocato l’elica nella posizione definitiva ho aggiunto gli altri elementi mancanti.
Le frecce BLU mostrano appunto questi elementi che ho aggiunto dopo avere incollato l’elica.
NB l’elica NON può ruotare ed è fissata in posizione perfettamente verticale.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 16 276 Costo sostenuto euro 5,50 84,60 Note: 15 Dicembre 2018 alle 13:57 #9683Osservazioni sulla costruzione della poppa
Nei post inerenti al rivestimento della poppa ho fatto notare come la losca del timone fosse molto ampia, si tratta infatti di un foro rettangolare tanto grande da permettere il passaggio del timone.
Il foro è ben visibile osservando lo scafo dal basso, ma… cosa troviamo sul ponte di coperta?
Osservando le varie foto reperibili su internet (tra l’altro sono molto simili come inquadratura e soggetto ritratto) non si nota nessun foro ma due cabine ed una serie di carabottini e strutture di basso profilo che circondano l’area della poppa attorno al timone.
Ho scovato un video che spiega bene la loro funzione.
Canale di ispezione dell’elica
Tra le due cabine c’è una struttura alta circa mezzo metro dalla forma ottagonale chiusa in alto da un paiolato.
Osservando attraverso i fori si vede niente popò di meno che l’elica.
Si tratta di un passaggio dalla forma ottagonale che consentiva all’equipaggio di rimuovere il bulbo con le due pale ed issarlo al di sopra del livello del mare.
Sulla lama del fondo si possono vedere dei fori che molto probabilmente consentivano di avvitare un tappo ed impedire che l’acqua mossa dall’elica salisse dentro il condotto riversandosi sul ponte di coperta.
La caldaia a vapore necessitava di una notevole quantità di combustibile (carbone) e garantiva una limitata autonomia che le permetteva di manovrare solo per poche miglia. In mare aperto utilizzava le vele e l’elica veniva sollevata dall’acqua per preservarne l’integrità.
Canale di ispezione del timone
Osservando questa fotografia si nota la lunga barra del timone con le due catene all’estremità che le permettono di ruotare sul proprio asse.
Sotto alla barra si vede un carabottino lungo e stretto (più due scivoli ai lati che impedisce alle maglie della catena di rovinare il bordo del carabottino).Osservando attraverso i fori si vede benissimo la pala del timone.
Anche il timone poteva essere sollevato ed estratto dal mare probabilmente quando la nave fosse rimasta intrappolata nei ghiacci dell’Antartide.6 Gennaio 2019 alle 14:40 #9741LA CALDAIA A VAPORE
La documentazione disponibile
La RRS Discovery è un veliero che possiede una propulsione ausiliaria a vapore.
La sala macchine (chiamiamola così) è collocata all’interno dello scafo ma essendo molto alta prosegue al di sopra del ponte di coperta.
Quello che sporge dal ponte è una struttura in metallo piuttosto articolata.Si compone di tre blocchi distinti:
- Una porta di accesso (verso poppa e in fondo alla fotografia)
- Un blocco centrale con gli oblò per l’areazione (di altezza minore)
- Un blocco del funaiolo (verso prua e visibile in primo piano nella fotografia)
Da internet reperisco alcune immagini di questa struttura che evidenziano vari dettagli (maniglie, scalette, prese d’aria ecc.)
La sovrastruttura
Durante il rivestimento del ponte di coperta ho installato una cornice rettangolare che circondava completamente la base della struttura.
Ricavo quindi una base dalle dimensioni minori in modo tale che rimanga uno spazio di circa 2 mm. (Vedi freccia ROSSA).
La base è realizzata in legno di balsa. Traccio con un pennarello le frecce che indicano la prua.Dalle immagini su Internet ricavo le proporzioni dei tre blocchi. (Questo lavoro mi ha portato via molto tempo ma alla fine credo di poter dire di avere rispettato le proporzioni reali).
Tralascio per il momento di costruire la piccola sezione di poppa con la porta di accesso e mi concentro sulle altre due.
Inizio con il costruire i due fianchi tenendo in considerazione che la sezione centrale è più bassa.
La sezione intermedia presenta un tettuccio a falde inclinate. Realizzo quindi il supporto centrale che servirà anche da “colmo” del tetto.Rivesto le falde del tettuccio inclinato.
Infine realizzo la sezione di poppa che la porta di accesso.
In questa fotografia si può notare le proporzioni della struttura (vedi le frecce COLORATE).NB) La sezione della porta non è ancora finita.
Per verificare che le misure siano corrette adagio provvisoriamente la struttura su ponte e verifico che la cornice si integri con la struttura appena costruita.
Quando ho completato la struttura in legno di balsa la rivesto con dei foglio di “plasticar” da 0,25 mm. di spessore.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 12 288 Costo sostenuto euro – 84,60 Note: 10 ore sono servite a confrontare immagini da internet e ricavare le giuste proporzioni. 7 Gennaio 2019 alle 16:54 #9759LA CALDAIA A VAPORE
I portelli con oblò
Nella sezione centrale della struttura sono presenti sei portelli basculanti con ognuno quattro oblò rotondi incassati nel pannello.
Siccome gli oblò non sono sporgenti devo ricavarli praticando dei fori; tuttavia non è semplice allineare 24 buchi ( 6 pannelli x 4 aperture ).
Scelgo di realizzare uno stampo così da avere la certezza che tutti i pannelli siano uguali.Disegno su un foglio di plasticar da 0,25 mm di spessore i centri dei 4 fori ed eseguo le punzonature necessarie.
Eseguo delle verifiche per accertarmi che le misure coincidano. I portelli una volta finiti saranno molto più spessi.
Rifinisco i portelli stessi con le cerniere per le aperture.
Per rendere omogeneo il lavoro finale eseguo una copia del portello che verrà collocato dietro alla porta di accesso.
Questo presenta solo due oblò ed è visibile dalla freccia ROSSA alla destra dell’immagine.Costruisco un contenitore in mattoncini di plastica e lo riempio di silicone.
Quando il silicone è asciutto (24 ore dopo) lo giro sottosopra per mettere in evidenza i solchi dello stampo dei portelli.
Sopra alle sagome impresse nel silicone verso la resina grigia bi componente ed ottengo un semplice ma efficace colaggio superficiale.
Come sempre in questo tipo di colaggio non si deve esagerare con la quantità di resina versata altrimenti aumenta lo spessore dell’oggetto duplicato.
Ripeto il colaggio per sei volte ottenendo i sei portelli con oblò di cui ho bisogno.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 2 290 Costo sostenuto euro – 84,60 Note: 7 Gennaio 2019 alle 16:54 #9760LA CALDAIA A VAPORE
La paratia di prua
La paratia di prua si presenta come una lastra di ferro rettangolare con tantissimi rivetti posizionati sul filo dei bordi.
Non è possibile forare la struttura ed infilare manualmente tutti i rivetti perché non c’è abbastanza spazio. Se eseguissi questo tipo di lavoro dovrei collocare i rivetti troppo distanziati.
La soluzione consiste nel realizzare uno “STAMPO” anomalo che riproduca i rivetti sporgenti.
Blocco con del nastro da carrozziere un foglio di carta millimetrata sopra un pezzo di legno lucido.
Per l’occorrenza ho utilizzato un ripiano di una libreria che mi è avanzato.Avvalendomi della carta millimetrata segno con un punteruolo una linea di punti.
per garantire l’allineamento utilizzo uno squadretto.Procedo quindi alla foratura con una punta da 0,5 mm di diametro.
Eseguo altre serie di fori in modo da riprodurre fedelmente l’originale.
Nei fori infilo dei golfari di ottone e recido il gambo a circa mezzo millimetro.
Nell’immagine a sinistra si vede molto bene il disegno realizzato con i gambi dei golfari.
A destra ho realizzato una vasca di mattoncini di plastica. Ci verso dentro del silicone per stampi ed una volta asciugato lo capovolgo ed eseguo il colaggio con la resina.
NB) lo stampo è volutamente più grande del necessario. Infatti verrà prima incollato sulla struttura in legno di balsa e successivamente sarà rifilato al bordo dello stesso.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 3 293 Costo sostenuto euro – 84,60 Note:
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