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2 Ottobre 2018 alle 18:46 #9338
Preparare la dima per rastremare i listelli
La superficie di uno scafo non è cilindrica ma a forma di “uovo o botte” (passatemi l’esempio) e la prua e la poppa hanno una superficie inferiore rispetto al centro della nave. Le tavole erano più larghe al centro e si restringevano quando dovevano rivestire le estremità.
La larghezza delle tavole diminuiva in modo progressivo e i corsi del fasciame non avevano interruzioni di continuità.
Questa caratteristica è chiamata RASTREMATURA.
Nel modellismo NON è possibile rastremare decine e decine di listelli a mano libera perché sarebbero tutti diversi ed incollandoli sullo scafo si formerebbero troppe fughe difficili o impossibili da riempire.
Si rende necessario un attrezzo che permetta di assottigliare in modo facile, lineare e preciso tutti i listelli che ci servono.
Nei pochi negozi di modellismo ormai rimasti è possibile acquistare (dietro ordinazione) una attrezzo che assolve allo scopo ma purtroppo è troppo piccolo e al lato pratico non serve a nulla.
BISOGNA COSTRUIRSELO DA SOLI
Per fortuna è molto facile e in questo post spiego come fare:
La base della dima (step 1)
Per la base della dima utilizzo un profilato di alluminio a forma di ”U” che di norma è lungo un metro.
Lo si trova in diverse misure, io ho scelto una che sia profonda circa mezzo centimetro.
I listelli che utilizzerò nel secondo rivestimento hanno un’altezza di 3 mm. (mentre la dima è profonda 5 mm.) si rende necessario ridurre l’altezza di 2 mm.
Inizio con l’appoggiare sul fondo della dima un listello di noce da 0,5 mm di spessore.
L’inclinazione della base della dima (step 2)
Questa fase è molto importante perché determinerà l’inclinazione del fondo della dima.
Per rastremare i listelli in modo omogeneo è necessario che una parte di essi sporga dalla dima di alluminio.
La cosa più semplice è ridurre lo spazio interno aumentando lo spessore sul fondo.
Da questa immagine si vede molto bene come il listello indicato dalla freccia GIALLA sia stato assottigliato. Ho utilizzato un listello di tiglio facilmente lavorabile.
Il listello indicato dalla freccia ROSSA è il listello di fondo.
Infilo quanto costruito sul fondo della dima di alluminio.
La preparazione dei listelli (step 3)
Scarto solo i listelli storti o che presentino nodini, per il resto vanno bene tutti anche quelli che avessero le venature in diagonale e non parallele alla lunghezza.
Ne prendo tanti quanti entrano nella dima, li accosto e li blocco con del nastro da carrozziere.
Li infilo all’interno della dima.
Siccome in precedenza avevo realizzato una base inclinata ora il gruppo di listelli sporgerà da un’estremità per circa la metà della larghezza (freccia ROSSA) mentre dopo 20 o 30 cm. di pendenza rimarranno completamente all’interno della dima.
La rastrematura dei listelli (step 4)
Sulla punta del trapano Dremel monto un cilindro di carta vetrata a grana medio grossa.
Imposto la velocità di rotazione al massimo (30.000 giri al minuto) ed inizio ad assottigliare i listelli inseriti nella dima. Muovo velocemente il minitrapano avanti e indietro. Lavoro fino a toccare i bordi della dima che essendo di alluminio stridono ma non si rovinano.
La rifinitura viene eseguita a mano con l’ausilio di un lisciatoio con carta vetrata a grana media.
La dima essendo di alluminio garantisce una perfetta rastrematura dei listelli in essa contenuti.
La feccia ROSSA mostra appunto di quanto l’altezza dei listelli sia stata ridotta.
La parte sporgente dalla dima va ovviamente tagliata con un seghetto.
Nella dima entrano circa solo 15 listelli e si rende necessario ripetere il procedimento diverse volte.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 6 196 Costo sostenuto euro — 79,10 Note: Note: Ogni gruppo di listelli porta via circa 1 ora di lavoro 4 Ottobre 2018 alle 10:20 #9380La losca del timone
La losca è il “foro” da dove sporge il timone, di norma si tratta di un tubo cilindrico all’interno del quale passa l’asse che è la parte più in alto che da una sezione quadrata diventa rotonda.
Nell’immagine qui sopra si vede la losca all’interno di uno scafo in costruzione.
Lo scafo è moderno e non è quello della RRS Discovery, tuttavia l’esempio calza e rende molto bene il concetto.Si osservi la freccia ROSSA e l’aera circoscritta dai segno GIALLI e si noterà come la RRS Discovery abbia una losca di forma RETTANGOLARE.
In questo ingrandimento (freccia GIALLA)si vede l’ombra più chiara che rappresenta appunto il foro.
La dimensione è tale da permettere di sollevare ed estrarre completante il timone.
Il timone è un elemento ESSENZIALE per la navigazione in quanto permette di manovrare una nave e di mantenere una rotta.
Questo veliero è stato costruito (e non adattato) per le missioni di ricerca scientifica nell’artico e la losca è stata progettata appunto per permettere all’equipaggio di estrarre il timone quando la nave fosse rimasta bloccata nei ghiacci. In questo modo si preservava l’integrità di una struttura così importante.
Piccola nota: anche l’elica è stata progettata per essere facilmente smontata e portata entrobordo.
Detto questo ed avvalendomi delle immagini viste sopra traccio con una matita il foro rettangolare perché dovrò scavare e creare così lo spazio ad alloggiare la loca.
Utilizzo una fresa ed inizio ad aprile il foro.
Mi sono creato una dima delle dimensioni INTERNE della losca, in questo modo mi assicuro che il foro sarà abbastanza largo.
Utilizzando la dima di cui sopra mi accingo a costruire una cassa. Incollo tre listelli di legno da 4 mm di larghezza.
La parte che rimarrà a vista di questo cassone non è esterna ma bensì interna e quindi mi preoccupo di lisciare il lato interno dei listelli e non quello che rimane fuori.
Li incollo attorno alla dima ma non sulla stessa (vedi freccia ROSSA) perché andrà sfilata per lasciare posto al foro. I due morsetti da modellismo premono i lati lunghi sulla dima costruita in precedenza e garantiscono che le pareti interne siano allineate e parallele.
Chiudo un’estremità con un tappo in modo da avere un fondo regolare.
Ovviamente nella realtà il foro rettangolare salirebbe fino al ponte di coperta ma qui è occultato alla vista da una struttura protettiva e quindi non si vede.
Inserisco la cassa nel foro praticato sulla poppa, lascio sporgere volutamente uno spezzone abbastanza lungo perché mi permette di allineare correttamente la losca. Sarà rifilato quando la colla si sarà asciugata.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 3 199 Costo sostenuto euro — 79,10 Note: Note: 4 Ottobre 2018 alle 12:58 #9389Il secondo fasciame
Non ci sono altri particolari problemi per rivestire la parte rimanete dello scafo.
I listelli rastremati permettono una copertura uniforme e relativamente semplice, ci sono delle aree da aggiustare ma nel complesso il lavoro si esegue in modo spedito.
Qui sopra si può osservare la disposizione delle assi e il tipo di rastrema tira eseguito.
Elimino l’eccedenza della cassa della losca. Dalle fotografie in mio possesso non riesco a decifrare quali corsi siano a vista, ho scelto questa variante.
La zona del diritto di poppa dietro allo spazio dell’elica va rivestita utilizzando listelli di larghezza appropriata.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 12 211 Costo sostenuto euro — 79,10 Note: Note: 4 Ottobre 2018 alle 13:10 #9399La levigatura di uno scafo dipinto
Quando abbiamo completato il secondo rivestimento con dei listelli da 0,5 mm. di spessore lo scafo si presenta già abbastanza liscio ma presenta ancora alcuni scalini o accostamenti delle tavole con gli spigoli vivi .
Se il modello rimane con il legno a vista è necessario passare la cartavetrata e renderlo perfettamente liscio. Alla fine va trattato con due mani di turapori.
Se il modellino sarà colorato (in tutto o in parte) allora si deve modificare la fase di levigatura.
IN QUESTO STEP NON POSSIAMO AVVALERCI DELLA VISTA.
Dobbiamo quindi usare il tatto, passando i polpastrelli delle dita sulla superficie dello scafo e “sentire” le imperfezioni.
Con un blocchetto di legno con sopra montata della carta vetrata a gran media (non fine) elimino solo gli spigoli delle giunzioni tra i corsi del fasciame che ritengo siano troppo pronunciati.
Normalmente si liscia muovendo il raschietto in orizzontale seguendo i corsi del fasciame ma se l’imbarcazione sarà dipinta allora si muove il raschiatoio in diagonale. Dall’immagine qui sopra si deve seguire l’andamento delle frecce GIALLE , una sola volta in un senso e poi nell’altro.
Lo scopo non e quello di rendere liscio lo scafo ma eliminare gli spigoli vivi.
Quando lo scafo sarà stato dipinto i corsi saranno bel definiti e visibili e il loro disegno emergerà come una texture da sotto la vernice.
Se invece lisciassi perfettamente tutto lo scafo eliminerei gran parte di questi elementi distintivi rendendo il modellino troppo piatto come se fosse di plastica.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 1 212 Costo sostenuto euro — 79,10 Note: Note: 15 Ottobre 2018 alle 9:56 #9536La lama rompighiaccio
L’osservazione.
Da un’attenta visione delle fotografie si ricava sia la struttura sia la trame delle lastre di ferro e dei rivetti che la ricoprono.
La prima cosa da fare consiste nell’osservare le fotografie della RRS Discovery ormeggiata a Dundee in Scozia.
La prua della nave per l’esplorazione dell’antartico era rinforzata con una lama rompighiaccio in lega ferrosa.La sua applicazione è stata pianificata in fase di progetto e non è semplicemente “inchiodata” sulle assi di legno ma bensì su una struttura sottostante integrata nello scheletro dello scafo.
La lama rompighiaccio è composta da diverse lastre orizzontali imbullonate nella struttura sottostante.
Ha uno spessore superiore rispetto al reato del fasciame.
La chiodatura è più ravvicinata in verticale cioè all’inizio e alla fine di ogni lastra (frecce GIALLE) .
Le lastre NON si sovrappongono ma si accostano e la chiodatura intermedia è sfalsata (cerchi BIANCHI).Preparazione preliminare
Il primo lavoro consiste nel costruire una dima di carta che ricopra l’area interessata dal rinforzo.
Ovviamente si dovrà ritagliare una dima per il lato sinistro e una per il lato destro.
Le due dime saranno perfettamente simmetriche e speculari.In questa fase trascuro la copertura del diritto di prua.
Il rinforzo sarà ancorato con centinaia di chiodi e bulloni che sono ben distanziati e ordinati.
Nel modellismo non si possono riprodurre efficacemente tutte queste linee chiodate e mi devo avvalere del supporto di una piastrina perforata.
La lastra rompighiaccio sarà costituita da un foglio di plastica evergreen dallo spessore di 0,25 mm.
Devo trovare il modo di bloccare la lastra perforata in modo tale da allineare le numerose file di chiodini.Per questo lavoro mi avvallerò di un trapano a colonna.
Per simulare il chiodo adopero il gambo di un golfare in rame perché una bustina da 100 pezzi cosata poco e la si trova ancora nei negozi.
Il foro deve essere appena più stretto del gambo in modo che ci sia un certo attrito che lo tenga in posizione senza dovere utilizzare colle.
15 Ottobre 2018 alle 9:57 #9537La lama rompighiaccio
La foratura del foglio di plasticar
Il foglio di plasticar da 0,25 mm di spessore avrà una forma romboidale ma per il momento NON lo taglio ancora.
Nella foto qui sopra si vede la prima fila di fori perfettamente allineati.
La freccia ROSSA mostra il segno a matita della sagoma della lastra rompighiaccio che andrò a ritagliare solo dopa avere praticato tutti i fori necessari.Per garantire una distanza costante per la chiodatura intermedia maschero alcuni fori della piastrina lasciando scoperti solo quelli necessari alla foratura.
Le frecce ROSSE mostrano appunto i fori da utilizzare, mentre la freccia GIALLA lascia liberi due fori perché quello inferiore sarà in corrispondenza di un foro verticale (già praticato nello step precedente) e mi consentirà un corretto allineamento.
Disegno a matita le linee orizzontali che delimitano le singole lastre di ferro.
Riporto anche le linee verticali (che in realtà sono oblique) e ricavo la griglia dove inserire i punti di chiodatura.I trattini ROSSI evidenziano i bulloni inferirei delle piastre mentre quelli BLU indicano i bulloni superiori .
Eseguo i fori (BLU) della prima lastra superiore.
Per la foratura delle altre lastre mi avvalgo delle linee verticali (oblique).
Allineo la dima con i buchi su una linea verticale ed eseguo i fori corrispondenti. (freccia ROSSA)
Si osservi la freccia BLU e si noteranno due linee parallele molo ravvicinate; quelle esterna segna il contorno del rompighiaccio mente quella più interna segna il punto dove andranno fissati i bulloni.
Dopo aver eseguito centinaia e centinaia di fori CAPOVOLGO il foglio di plasticar per controllare visivamente dal retro se ci sono degli errori o delle mancanze.
15 Ottobre 2018 alle 9:57 #9538La lama rompighiaccio
Come applicarla alla prua
Ritaglio la sagoma del rompighiaccio e con la colla ciano acrilica la attacco sullo scafo in legno.
Utilizzo del nastro di carta per fare aderire la plastica alla prua.Per separare le singole lastre che compongono la struttura del tagliamare utilizzo una “tessera fedeltà” di plastica ed incido la sagoma con una taglierina.
Il taglio deve passare esattamente a metà di due file di fori.
Dopo aver separato le singole lastre del rompighiaccio devo eseguire di nuovo tutti i fori per forare anche il legno dello scafo. Per questa operazione è sufficiente usare il foro della plastica quale invito per i listelli. I fori sono semplici e quasi tutti bucano lo strato del rivestimento.
Intingo il gambo di un golfare nella colla vinilica e lo infilo in un foro.
La colla formerà una piccola capocchia che simulerà alla perfezione il rivetto.Con un tronchetto elimino il gambo in eccesso.
Siccome il modellino verrà dipinto lascio il rivetto piuttosto lungo (circa mezzo millimetro) in modo che la trama emerga dal colore che verrà dato.
Diario di bordo
Per questo lavoro In totale Ore lavoro impiegate 8 220 Costo sostenuto euro 5,50 84,60 Note: 1,00 € per i golfari e 4,50 € per un foglio di plasticar da 0,25 mm di spessore. 21 Ottobre 2018 alle 9:22 #9604IL TIMONE DI POPPA
Documentazione storica
Come sempre per dedurre le dimensioni e la forma del timone ci si deve avvalere delle fonti storiche e documentate.
Le tre foto sottostanti sono state ricavate da diversi siti internet. I diritti appartengono ai rispettivi proprietari ed io le modificate in minima parte al solo scopo didattico.
Dalla foto qui sopra si vede la forma terminale della pala del timone. Si intravvede anche una linguetta volgarmente chiamata “cerniera” .
Da questa immagine d’epoca si deduce la forma superiore della pala del timone.
Si vede anche l’elica in una posizione fuori asse (di cui tratterò nei prossimi post).Dalle foto della RRS Discovery ormeggiata a Dundee in Scozia si ricavano molte informazioni riguardo alla posizione e alle dimensioni della ferramenta di rinforzo della zona del timone e della poppa nel suo insieme.
21 Ottobre 2018 alle 9:22 #9605IL TIMONE DI POPPA
La pala del timone
Anche la pala del timone verrà dipinta in seguito ed allora per costruirlo NON la ricavo da una tavoletta di legno ma bensì accosto ed incollo cinque o sei spezzoni di listello di noce a sezione quadrata da 5X5 mm.
In questo modo la trama emergerà e si vedranno le linee di giunzione .
Pratico anche il foro per il passaggio del perno centrale.
Per simulare il perno sul quale ruota la pala utilizzo uno stuzzicadenti opportunamente assottigliato e pulito. Lo allineo lungo l’asse di rotazione.
Per il momento non lo incollo ancora.
Dalla foto storica si vede il complesso sistema di ancoraggio tra linguette, agugliotti e femminelle.
Per realizzarlo in modo realistico devo SCOMPORRE e SEMPLIFICARE la compensa architettura di questa cerniera.
Il timone rimarrà statico cioè non potrà ruotare verso destra o verso sinistra sul proprio asse.Molti modellisti invece preferiscono utilizzare delle cerniere commerciali per potere ruotare la pala anche se poi non la ruoteranno MAI.
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