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24 Aprile 2017 alle 13:46 #3456
ALLESTIRE LE VELE DELLA BARCA
Purtroppo alcune immagini che seguono sono di bassa qualità perché gli originali sono andati perduti ma riescono comunque a chiarire i passaggi necessari alla lavorazione.
Brevi riferimenti:
La velatura di una barca è composta da un albero fissato allo scafo e da un’antenna che viene issata diagonalmente sull’albero. La vela è inferita sull’antenna mediante degli appositi legacci chiamati matafioni.
La vela, essendo triangolare ha tre angoli:
– l’angolo di mura è il lato della barca a vela da cui arriva il vento
– l’angolo di drizza a cui è attaccata una cima che serve per issare la vela
– l’angolo di scotta a cui e attaccata una seconda cima che consente di orientare (bordare) una vela.La vela si inferisce sull’antenna tra gli angoli di drizza e di mura.
Una volta che l’antenna è issata sull’albero in posizione obliqua, l’angolo di mura resta in basso in prossimità della prua mente l’angolo di drizza va in alto.
L’angolo di scotta resta libero in basso verso la poppa della barca.La costruzione dell’albero non presenta nessun problema, si realizza una leggera rastrematura all’estremità superiore, mentre per il piede, cioè l’estremità inferiore, si realizza un perno per potersi inserire nell’apposito zoccolo.
L’antenna viene costruita in due parti unite al cento con della colla.Per costruire la vela si è adoperata la stoffa allegata in un secondo fascicolo acquistato di proposito per avere delle vele in eccesso.
Quando si taglia una stoffa questa si sfilaccia rendendo necessario cucire un risvolto, ma nel modellismo questo non può essere fatto perché ispessirebbe troppo il bordo che non sarebbe poi lavorabile.
Si inumidisce quindi la stoffa con acqua e poi la si tratta con della colla vinilica diluita al 50%, quando si è asciugata si presenta rigida e durante il taglio la stoffa non si sfilaccia.
Aiutarsi con l’antenna si taglia la sagoma esatta. La dimensione deve essere uguale o al limite appena appena più grande del necessario. Se la stoffa presenta delle cuciture orizzontali queste devono rimanere nella parte inferiore come evidenziato delle frecce ROSSE.
Alla fine queste sono vele molto piccole e difficilmente superano pochi centimetri per lato.Per rinforzare il bordo della vela si cuciva un grosso cavo chiamato gratile.
Per simularlo su una vela così piccola si incolla un filo più scuro lungo il bordo della stoffa, non si possono usare ago e filo perché manca il bordo e l’area della stoffa è poca e l’effetto finale sarebbe antiestetico.
Per garantire una maggiore durata ed eliminare delle tensioni superficiali il gratile viene incollato in tre spezzoni, uno per ogni lato.Per lo stesso motivo si incolla la vela all’asta. (Senza cuciture o legature)
Dopo questo step lavorativo la vela è solo incollata e non cucita ed ogni tensione la staccherebbe senza difficoltà.
Per simulare le legature dell’antenna si infila del filo di rife da 0,10 mm tra il bordino della vela e il legno senza toccare la stoffa facendo due giri completi attorno all’antenna, il filo che avanza non va tagliato ma lasciato piuttosto lungo.
In tutto si devono realizzare sei o sette legature.
Per conferire un aspetto dinamico di una vela che si sta aprendo si utilizza il filo delle legature che è avanzato.
– Alle due estremità si blocca saldamente la stoffa della vela sul legno dell’antenna, in questo modo la vela è ora anche legata e non solo incollata.
– Le due legature centrali non interessano la vela e le estremità vanno recise.
– Vicino alle estremità rimangono altre tre legature che non si serrano completamente lascando così penzolare al centro una buona porzione di stoffa per simulate una manovra di apertura della vela stessa.Per bloccare in modo sicuro e garantire che la postura della vela rimanga immutata con il passare del tempo si spennella il tutto con della colla vinilica.
24 Aprile 2017 alle 13:46 #3457LE MANOVRE DELLA VELA DELLA BARCA
Manovre dormienti:
Affiche un’asta rimanga in verticale sono necessarie almeno tre manovre, due posteriori che terminano sulle mura della barca che vengono chiamate paterazzi ed un’altra anteriore che si stoppa sulla mezzeria dello scafo ed è chiamata strallo.
Sulle barche molto spesso le manovre sono quattro, due per lato e sono costituite da paranchi che servono per tesare e mantenere verticale l’albero.
Per realizzare le lande si utilizzano degli occhielli con gambo che vengono accorciati, tagliati e piegati ed infilati sul bordo della scialuppa, su questi vanno annodati dei bozzelli da 2 mm ad un foro.
Altri quattro bozzelli vengono fissati all’albero e quindi si arridano a formare la struttura dei paranchi.
I fori dei bozzelli sono molto stretti, conviene allargarli con una punta da trapano.Manovre correnti:
Per accogliere le manovre correnti necessarie a manovrare la vela si costruiscono due piccole bitte a poppa e si fissa un anello metallico a prua. Le bitte sono realizzate utilizzando la parte superiore di alcune caviglie di piccole dimensioni.
Si issa la vela facendo passare il relativo cavo attraverso il foro dell’albero.
A prua e a poppa si aggiungono altri bozzelli sempre da 2 mm.
Durante la stesura della manovre le cime vengono provvisoriamente bloccate con del nastro adesivo, verranno fissate solo alla fine quando tutto è a posto e la vela ha assunto la posizione desiderata e non sono necessari ulteriori aggiustamenti.Nelle immagini qui sopra si vedono i dettagli dell’ancoraggio delle manovre.
25 Aprile 2017 alle 12:20 #3486GLI ULTIMI DETTAGLI
I dettagli fanno la differenza! …nel bene …nel male!
Il livello del dettaglio di una scialuppa o di altri particolari come per esempio il tambucio, l’argano o le scale deve essere rapportato a tutto l’insieme del modellino e non ci possono essere differenze significative, in pratica su uno scafo spartano non si può super dettagliare una scialuppa perché staccherebbe e concentrerebbe troppo l’attenzione a scapito di tutto il resto.- Il dettaglio insufficiente rende qualsiasi lavoro “piatto”, insignificante, privo di personalità che nulla dà all’osservatore e nulla gli rimane.
- Per contro il troppo storpia, un super dettaglio crea l’impressione che si avrebbe guardando uno sgabuzzino, un modello troppo ricco disorienta l’osservatore e crea una sensazione di disagio dove nessun particolare o elemento emerge da sotto ai dettagli.
La soluzione migliore sta nel mezzo, si deve arricchire il modello con molti dettagli (ma non troppi) e questi devono essere ben ripartiti tra lo scafo, lo specchio di poppa, le sovrastrutture, le alberature …
Una scialuppa lunga solo 7-8 cm ed allestita con una vela che si sta aprendo attira già di se l’attenzione di un osservatore per cui i dettagli aggiuntivi andrebbero posizionati verso la prua e la poppa lasciando libero il centro dello scafo.
Nella zona della prua si aggiungono una piccola ancora ed una colubrina, questi oggetti in genere si recuperano dalla classica cassetta degli avanzi.
A poppa invece si possono aggiungere un maggior numero di dettagli e l’allestimento si conclude con l’aggiunta di due gruppi di remi, due botti, una bussola.
Si lascia di proposito parecchio spazio sul fondo per permetterne la visione.
Le manovre sono ricostruire secondo lo schema classico.25 Aprile 2017 alle 12:25 #3493LA BANDIERA
Purtroppo alcune immagini che seguono sono di bassa qualità perché gli originali sono andati perduti ma riescono comunque a chiarire i passaggi necessari alla lavorazione.
Un tocco di classe per arricchire la barca consiste nell’inserire una bandiera a poppa.
Il problema inizia quando si considera di utilizzare della stoffa in quanto la dimensione totale di circa 1 centimetro quadrato impedisce di posizionarla penzolante come se fosse mossa da poco vento, inoltre si noterebbe la trama e lo spessore della stoffa è decisamente fuori scala.La superficie è di circa 1 cm per lato.
Per realizzarla con uno spessore ridotto si adopera un comune fazzoletto di carta.
Con un pennarello indelebile di colore oro si disegnano il contorno (su solo tre lati) e una serie di puntini (nove) ad imitare i gigli.Per ridurre ulteriormente lo spessore della bandiera si utilizza solo uno dei vari strati di carta che compone il fazzoletto e lo si incolla ad un’asta di legno.
Si attendono alcuni minuti affinché la carta della bandiera sia attaccata al legno e quindi la si bagna con una mistura composta dal 30% di colla vinavil e il restante 70% di acqua.
La carta così imbevuta è facile da arricciare e si modella molto facilmente .Essendo l’asta sporgente rispetto al bordo della barca la bandiera deve essere sagomata in modo tale da conferirle un aspetto realistico che simuli una posa con la bandiera esattamente in verticale rispetto al piano, infine la si colloca in posizione.
25 Aprile 2017 alle 12:25 #3494RISPETTARE LE PROPORZIONI
Quando si realizzano dei particolari più complessi ci si deve attenere alla regola delle proporzioni e spesso il solo riportare in scala dei dettagli quali le botti o i remi non garantisce da solo che il risultato sia corretto, è molto meglio verificare ad “occhio” che l’insieme sia armonico.
Un modo soddisfacente consiste nel costruirsi un figurino di carta nella stessa scala del modello e posizionarlo sull’oggetto in modo tale da osservare l’effetto dell’insieme.
Purtroppo il figurino rimane un disegno bidimensionale e spesso non assolve allo scopo di valutare correttamente le proporzioni.
Se la scala di costruzione lo permette si può utilizzare un figurino, siccome questi sono ormai standardizzati si deve optare per un compromesso.- Nell’esempio di qui sopra si adopera un soldatino che è in scala 1:72 mentre la barca è in scala 1:76.
- Misurando il soldatino questo sarebbe alto circa 180 cm (in scala 1:72) pari a circa 190 cm (in scala 1:76).
All’epoca l’altezza media di un uomo era di 160 – 170 cm.
Nonostante questa differenza le proporzioni sono rispettate e visivamente la barca con gli accessori ed i dettagli rimane proporzionata. -
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