LE CORNICI ROMBOIDALI DEI SABORDI

I sabordi sono le aperture quadrangolari che consentono la fuoriuscita delle canne dei cannoni.

La cornice di un sabordo a prua assume una forma romboidale.

La cornice di un sabordo a prua assume una forma romboidale.

Nel modellismo (anche a livello più avanzato) hanno tutti la forma quadrata o leggermente rettangolare con tutti gli angoli a 90°.

In verità invece i due lati laterali erano sempre verticali perché erano delimitati dalle ordinate mentre i lati orizzontali seguivano la curvatura a forma di banana dei ponti dove questi si alzavano parecchio verso la poppa, ne consegue quindi che la forma reale non era quadrata ma “romboidale”.

Tuttavia l’inclinazione è minima ed è trascurabile a livello hobbistico, mentre lo è un po’ meno nel modellismo d’arsenale.

Si eliminano le fessure tra il fondo del sabordo e il bordo dell’ordinata.

Si eliminano le fessure tra il fondo del sabordo e il bordo dell’ordinata.

Molto spesso le dimensioni delle aperture dei sabordi proposte dai kit di montaggio sono troppo grandi; nel “Le Soleil Royal” ad esempio misurano infatti 12 mm che corrispondono a ben 84 cm di lato che è una misura davvero troppo eccessiva.
Per ovviare a questa criticità è sufficiente incollare una prima cornice interna realizzata con listelli di noce da 0,5×3 mm che riducono l’apertura quadrata a 77 cm reali. (dagli 84 cm. iniziali).
Il rivestimento del secondo fasciame andrà a coprire questa cornice e quindi la riparazione sarà invisibile.
Osservando i sabordi di altri modelli si nota come questi presentino uno scalino interno per garantire una tenuta stagna con il corrispondente portellone.
La cornice interna verrà applicata in un secondo momento ottenendo così un’apertura di 9,5 mm che corrispondono a 66 cm reali. (sempre rispetto agli 84 cm. iniziali).

COME SI CALCOLA LA DISTANZA DELLE ORDINATE DI UNO SCAFO

Le ordinate di una nave rappresentano lo scheletro portante e svolgono una funzione di fondamentale importanza per la stabilità e la robustezza dello scafo.

Nei kit troviamo un’ordinata ogni 5, 7 o anche 10 cm (spesso come estensione delle false ordinate)  ma nella realtà queste erano assi più numerose e praticamente quasi riempivano tutto lo scafo.

Senza entrare troppo nella tecnica della costruzione di uno scafo ho voluto semplificare il concetto e spiegare con dei disegni questo passaggio affinché fosse il più chiaro possibile.

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

si disegnano sulla carta le ordinate e le false ordinate

Su un foglio di carta quadrettata si riporta la posizione dei sabordi (le aperture dei cannoni) di due ponti di batterie così come saranno posizionati e quindi visibili sullo scafo ultimato.
È opportuno mantenere il disegno nella scala corretta in modo tale da verificare ad occhio lo sviluppo del lavoro.
Ai lati dei sabordi si tracciano delle linee verticali verde scuro che rappresentano le ordinate vere e proprie quelle cioè che partendo dalla chiglia arrivano fino all’impavesata senza interruzione di continuità . È importante disegnare queste rette con lo spessore dei listelli che verranno adoperati nella riproduzione delle ordinate (normalmente 2 o 3 mm.).
Siccome nelle navi vere le aperture dei sabordi sono di notevole larghezza per irrobustire ulteriormente lo scafo si inseriscono delle “finte ordinate” o ordinate di riempimento tracciate in verde chiaro (possono essere anche più di una).

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

si disegnano sul compensato pretagliato allegato ai kit le linee delle ordinate

Dalla teoria alla pratica il passo è breve, si riportano quindi sui due compensati pretagliati le linee verde scuro (le vere ordinate)  e verde chiaro (ordinate di riempimento). Per evitare di macchiare il rivestimento finale è preferibile riportare il colore dal lato che rimarrà interno allo scafo.

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

per verificare visivamente quanto fatto finora si accostano i due compensati pretagliati

Accostando i due compensati appare evidente la disposizione delle ordinate, nella realtà lo spazio che rimane tra queste veniva riempito da altre assi di legname chiamati “imbuoni”(qui colorate in violetto).

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

si calcola sulle impavesate la distanza delle ordinate

Le ordinate corrono parallele ai lati dei sabordi e terminano sulle impavesate dove sono visibili nella loro parte terminale (normalmente anche più stretta).

Essendo verticali, si deve per prima cosa calcolare la posizione dei sabordi della batteria inferiore.
Ci si può aiutare con un listello che abbia la stessa larghezza di un sabordo (al limite mezzo millimetro più stretto per compensare lo spessore della mina della matita), quindi si tracciano sulle impavesate i due segni a matita.

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

sulle impavesate si incollano nella posizione definitiva le ordinate

Alla fine si incollano sulle impavesate i listellini quadrati che simulano le ordinate che corrono parallele ai sabordi dei ponti delle batterie inferiori.
Si può notare come non siano equidistanti.

Questo calcolo va fatto anche per valutare le dimensione della lunghezza dei carabottini che verranno incollati sui ponti in quanto sono delimitati dai bagli fissati sulle ordinate.

 

 

 

EVITARE LE MURATE A SCACCHIERA

I listelli devono essere ben accostati gli uni agli altri.
Per evidenziare il tavolato e non renderlo troppo uniforme si possono utilizzare dei legni con due tonalità leggermente differenti ma comunque molto simili tra di loro.
Sulle  murate interne verranno incollati gli scalmotti e il trincarino che già da soli creeranno un certo movimento.

errori da non commettere murate a scacchiera

errore da non commettere: le murate a scacchiera

Non si deve però esagerare altrimenti si ottiene un cacofonico effetto a scacchiera come visibile nell’immagine qui sopra. In caso di dubbio allora è preferibile utilizzare del legname dello stesso tipo.

LISTELLARE L’INTERNO DELLE MURATE

In quasi tutti i modellini siano essi scatole in kit oppure allegati ai fascicoli nelle edicole le murate sono fornite in compensato pretagliato. Dalla parte sterna vengono successivamente rivestite con i listelli del secondo fasciame mentre dalla parte interna, che rimane comunque visibile a modello ultimato, si propone di applicare un mordente scuro o una vernice (rossa, verde o bianca a seconda del modello).

interno delle murate è solo dipinto

interno delle murate è solo dipinto

Ovviamente la vernice o il mordente è molto semplice da stendere e l’effetto finale è tra il soddisfacente e il dozzinale, ma è possibile migliorare l’estetica in modo estremamente semplice.

Le murate o impavesate di norma sono fornite in compensato pretagliato dallo spessore di circa 1 mm. che rapportati alla tipica scala di costruzione rappresentano all’incirca 7 cm reali. Nello spessore totale si deve considerare anche il secondo fasciame applicato all’esterno dello scafo da 0,5 mm che porta lo spessore totale a 10-11 cm. Applicando anche uno strato di listelli interni sempre da 0,5 mm otterremmo uno spessore totale di circa 2 mm pari a 14 cm reali, una misura più credibile che è forse anche troppo sottile se rapportata allo scafo.
Infatti lo spessore è massimo delle fiancate tende a diminuire man mano che si sale verso l’alto. Grosso modo lo spessore massimo potrà essere di 25-30 cm e quello minimo di 15-20 cm.

delimitare gli spazi da listellare

delimitare gli spazi da listellare

Si fissano provvisoriamente in posizione l’impavesata allo scafo e si tracciano i contorni con una matita in modo da delimitare l’area e gli spazi che devono essere listellati.

verifica delle linee tracciate

verifica delle linee tracciate

Le linee appena tracciate delimitano l’area da rivestire.

controllo accurato visivo

controllo accurato visivo

Si verifica attentamente sia dall’interno sia dall’esterno che le linee tracciate in precedenza siano corrette e complete.

listellatura interna

listellatura interna

Si incomincia a listellare la murata prendendo quale riferimento la linea inferiore delle aperture dei sabordi. Conviene adoperare dei listelli di noce da 0,5×3 mm.
Conviene adoperare dei listelli a lunghezza intera in quanto le giunzioni delle tavole saranno coperte dalle ordinate (quelle ricostruite seguendo l’architettura delle navi reali da non confondersi con quanto proposto dai fascicoli o dai kit.)

: il compensato è stato li stellato dal lato interno

: il compensato è stato li stellato dal lato interno

Verificata l’accuratezza del lavoro si può procedere ad incollare l’impavesata sullo scafo.
I sabordi verranno aperti dall’esterno e ad assemblaggio ultimato utilizzando un cutter ben affilato, successivamente si potrà procedere ad una leggera levigatura.

listellatura ultimata dal lato interno

listellatura ultimata dal lato interno

Alcune aree possono essere rivestite anche con le murate già incollate sulle fiancate.


NB i listelli aggiuntivi si devono incastrare alla perfezione con la linea del ponte orizzontale e le paratie verticali senza lasciare spazi vuoti. La listellatura aggiuntiva NON deve mai interferire con la corretta applicazione del compensato pretagliato, vale a dire che non deve sovrapporsi alle ordinate.

Al limite si può considerare l’idea di rivestire completamente tutto l’interno di tutti i compensati pretagliati dei sabordi, l’aumento dello spessore di 0,5 mm non è rilevante ai fine dell’estetica dello scafo. L’importante è non creare delle bolle e dei rigonfiamenti dovuti alla sovrapposizione dei listelli con le ordinate della chiglia.

ERRORI DA NON COMMETTERE: LE MURATE A SCACCHIERA

Per evidenziare il tavolato e non renderlo troppo uniforme si possono utilizzare dei legni con due tonalità leggermente differenti ma comunque molto simili tra di loro.
Sulle  murate interne verranno incollati gli scalmotti e il trincarino che già da soli creeranno un certo movimento.

errori da non commettere murate a scacchiera

errori da non commettere murate a scacchiera

Non si deve però esagerare altrimenti si ottiene un cacofonico effetto a scacchiera come visibile nell’immagine qui sopra.

In caso di dubbio allora è preferibile utilizzare del legname dello stesso tipo.

CONTROLLARE GLI INCASTRI LE CHIGLIA E LE ORDINATE

Non è raro che alcune ordinate presentino un notevole gioco nell’incastro sulla falsachiglia o al contrario invece entrino a fatica.

incastri tra la chiglia e le ordinate

incastri tra la chiglia e le ordinate

Nella fase di assemblaggio con la colla vinilica lo scheletro non dovrebbe presentare particolari problemi e la connessione dei finti ponti garantisce la corretta perpendicolarità tra la chiglia e le ordinate.

la doppia ortogonalità tra la falsachiglia e le ordinate

la doppia ortogonalità tra la falsachiglia e le ordinate

Lo scafo non è ancora rigido e tende a scodare, è consigliabile un rinforzo nella zona degli incastri controllando contemporaneamente la doppia ortogonalità tra ordinate e falsachiglia, è anche opportuno procedere a collocare provvisoriamente i ponti superiori di coperta che presentino degli incastri per il loro inserimento al fine di verificare eventuali imperfezioni.
Se fosse necessario si deve procedere alla relativa correzione dell’incastro con la carta vetrata.

rinforzare la giunzione tra la chiglia e le ordinate

rinforzare la giunzione tra la chiglia e le ordinate

Per rinforzare la giunzione tra la chiglia, le ordinate ed i ponti si incollano dei blocchetti di legno, ma solamente sulla chiglia e sulle ordinate, il ponte è solo provvisorio e andrà rimosso e di conseguenza non va incollato ora.

Si deve prestare attenzione alle aperture dei ponti quali i boccaporti e le botole che non devono essere occlusi dai blocchetti di rinforzo.

Questi vanno applicati a gruppi di quattro e tutti devono appartenere allo stesso incastro. La pressione esercitata dalle dita della mano permetterà alla colla vinilica di penetrare negli interstizi tra l’ordinata e la falsachiglia rinforzando l’incastro dello scheletro.

Pulire la colla dagli incastri

Pulire la colla dagli incastri

In questa fase lavorativa i ponti sono solo incastrati nello scheletro allo scopo unico di garantire che essi rimangano perfettamente allineati. Nell’immagine qui sopra si vede in primo piano un rinforzo del ponte che non deve essere  incollato anche sull’ordinata.

La colla che sborda va tolta immediatamente con un listello, non si devono invece utilizzare degli straccetti di stoffa bagnata perché diluirebbero la colla e bagnerebbero il bordo del legno allungandone il tempo di essicazione.

L’ossatura di uno scafo deve essere resistente e indeformabile nel tempo, il materiale più adatto allo scopo è sicuramente il compensato marino, che però è assai costoso, in alternativa si potrebbe impiegare il compensato di betulla che però è più elastico ed è presente prevalentemente nei kit in scatola di montaggio.

Un pezzo della chiglia storto

Un pezzo della chiglia storto

Nelle opere a fascicoli a volte si utilizza per la loro realizzazione del compensato di bassa qualità, e spesso la parte centrale è composta di un legname pressato non meglio definito. Capita quindi sovente che uno o più pezzi, prevalentemente quelli di maggiori dimensioni, siano storti anche di diversi millimetri, si deve quindi correggere questo difetto prima del loro montaggio.

Tentativo di raddrizzare un pezzo storto con un morsa

Tentativo di raddrizzare un pezzo storto con un morsa

Il primo passo da seguire consiste nel bagnare il pezzo immergendolo per alcuni minuti in acqua calda e bloccarlo in una morsa per una mezza giornata fintanto che non si asciuga, in questo modo però il difetto viene spesso solo ridotto ma non corretto del tutto e si perde anche una parte dell’elasticità originale del legno.

È sconsigliabile ripetere l’operazione una seconda volta perché si rischia di peggiorare la situazione deformandolo ulteriormente in altre direzioni.

Dopo questa fase di norma il difetto è circoscritto a pochi millimetri e la curvatura non è più molto pronunciata si può quindi procedere incollando un comune foglio di carta da fotocopiatrice sul lato concavo, la colla a base vinilica asciugando tirerà il pezzo e lo raddrizzerà quel tanto che basta.
Se proprio il difetto persiste allora si può tentare un approccio più invasivo che consiste nella deformazione controllata del pezzo, ossia non si tenta di raddrizzarlo ma al contrario si tenta di storcerlo e deformarlo nella direzione opposta al difetto originale, in pratica lo si bagna con acqua calda e lo si forza piegandolo dalla parte opposta.  Per garantire la forma nel tempo l’umidità deve essere eliminata rapidamente ed allora conviene asciugarlo con l’aria calda di un phon o in casi estremi sottoporlo ad una fiamma libera.

Un pezzo storto che è stato raddrizzato

Un pezzo storto che è stato raddrizzato

Giunti all’assemblaggio dello scafo il risultato non dovrebbe essere molto diverso da quanto visibile nella foto qui sopra.

Alla fine il pezzo deve risultare perfettamente diritto altrimenti non rimane che ricostruirlo.

 

Nelle scatole dei kit e negli allegati ai fascicoli nelle edicole i componenti di maggiori dimensioni vengono suddivisi in due o più parti; la chiglia rientra sicuramente tra uno di essi.
Per unire i vari pezzi si incollano gli incastri ed i rinforzi laterali che garantiscono una maggiore rigidità.
Se questo lavoro è eseguito male può produrre una svergolatura a forma di banana.
Per incollarsi la chiglia viene appoggiata su un piano rigido ma, al centro ci sono i rinforzi che ne aumentano lo spessore mentre  la forza di gravità porta le estremità ad appoggiarsi sul piano di lavoro abbassandosi e curvando la chiglia di 3 o 4 mm.

La colla nell’incastro della chiglia

La colla nell’incastro della chiglia

Un altro problema che si riscontrerà in seguito concerne la necessità di eliminare con la cartavetro la parte terminale verso il basso dei rinforzi che escono dalla sagoma della chiglia ed andranno ad interferire con la posa dei listelli. Conviene quindi tagliare la parte inferiore dei quattro rinforzi di circa mezzo centimetro e per eliminare ogni bava che potrebbe ostacolare la fase di incollaggio il pezzo e il taglio vanno puliti con la cartavetrata.

Ridurre l’altezza dei rinforzi della chiglia

Ridurre l’altezza dei rinforzi della chiglia

Le frecce GIALLE  indicano il segno del taglio. Si devono conservare le strisce appena ritagliate, che non vanno buttate via.

Questa fase lavorativa deve essere svolta molto velocemente, in un quarto d’ora al massimo, dopodiché la colla vinilica od aliphatica ha già fatto presa e i pezzi non possono e non devono essere più mossi per almeno le tre ore successive.

Si uniscono i primi due pezzi della falsachiglia e non si pulisce l’eccedenza di colla in quanto si applicano i due rinforzi, uno per lato, facendo attenzione a non alterare la geometria dell’incastro. Si procede poi in modo analogo ad unire il terzo segmento.

La chiglia con i rinforzi e gli spessori

La chiglia con i rinforzi e gli spessori

Le frecce tratteggiate BLU indicano i listelli incollati alle estremità della falsachiglia, essi derivano dai rinforzi delle giunzioni centrali ed hanno quindi lo stesso spessore, servono solo per tenere perfettamente in piano i tre pezzi nella fase di asciugatura della colla.

La freccia centrale ROSSA  invece mette in evidenza come i rinforzi degli incastri non arrivino fino al bordo inferiore della falsachiglia consentendo una più agevole fase di rivestimento del primo fasciame.

Gli spessori per mantener in piano la chiglia

Gli spessori per mantener in piano la chiglia

Questo semplice lavoro aggiuntivo consente ai vari pezzi che compongono la chiglia di rimanere rettilinei e perfettamente allineati durante la fase di asciugatura della colla, e volendo potranno essere tolti subito dopo con una taglierina.

Incollare i pezzi di maggiori dimensioni

Incollare i pezzi di maggiori dimensioni

Per incollare un pezzo di medie o di grandi dimensioni si depongono delle gocce di colla vinilica sulla superficie del legno. Con un listello o con uno stuzzicadenti i puntini di colla vengono spalmati sulla superficie facendo attenzione a non lasciare delle parti scoperte, l’eccedenza che esce dai bordi va eliminata.

La chiglia va assemblata ed incollata in un’unica sessione di lavoro e va lasciata asciugare appoggiata su un piano orizzontale, nei punti di unione si applica una leggera pressione con le dita delle mani e non si utilizzano dei morsetti o delle mollette da bucato altrimenti si altera l’allineamento della chiglia e si rischia una svergolatura del tipo a banana.

 

 

La calafatura E’ UN PASSAGGIO FONDAMENTALE necessario sia per prevenire dei distacchi futuri dei listelli, sia per permettere una sgrossatura accurata e a volte molto profonda del primo fasciame.
Nonostante la sua fondamentale importanza nei kit e nei fascicoli questo passaggio non viene sviluppato con la conseguenza che i modellisti meno esperti potrebbero ritrovarsi in difficoltà nel proseguo del lavoro.

Lo scafo è quasi rivestito

Dalla fessura dello scafo si procede alla calafatura interna

Inizialmente lo scafo va rivestito con i listelli di tiglio solo nella parte inferiore della chiglia e fino a raggiungere l’altezza dei sabordi della terza batteria che di norma sono delle strisce di compensato già tagliato e pronto da incollare sulle ordinate.

Prima di procedere oltre si deve applicare la calafatura all’interno altrimenti i ponti chiuderanno lo spazio necessario alla lavorazione.

La colla per la calafatura

La colla vinilica per la calafatura

Si prepara una miscela di acqua e vinavil in parti uguali, si possono includere anche dei piccoli pezzetti di legno.

La colla della calafatura interna

La colla della calafatura interna
Di: giogenova dal sito www.modellismo.net

Si stende abbondantemente questa mistura all’interno dello scafo facendola penetrare molto bene in tutte le fessure ed anfratti.

La garza della calafatura

La garza della calafatura interna
Di: giogenova dal sito www.modellismo.net

Si stende un primo strato di garza avendo cura di ricoprire anche una parte delle ordinate. Prima che la colla asciughi del tutto si procede con un secondo strato di garza che viene ricoperta ancora con della vinilica.
Per raggiungere le zone più difficili ci si può aiutare con un listello di legno, ma è importante che nessuna zona venga lasciata libera, cioè sprovvista del rinforzo interno.

 

Certe zone nella ruota di prua devono essere calafate man mano che si procede all’applicazione dei listelli perché lo spazio di manovra diminuisce listello dopo listello.

 

Paradossalmente sono proprio le zone più difficili da calafare quelle che necessitano maggiormente del rinforzo interno in quanto saranno soggette da una più invasiva fase di sgrossatura.

 

L’assemblaggio della chiglia con le ordinate non deve essere trascurato o sottovalutato, altrimenti si produrranno artefatti più o meno visibili e nel peggiore dei casi potrà causare difetti molto evidenti come quelli visibili nella fotografia qui sotto.

Poppa svergolata

Poppa svergolata

Se malauguratamente ci si ritrova in una situazione analoga per risolvere il problema si deve smontare tutto il fasciame. Se il legno è ben incollato con la colla vinilica o aliphatica non si potranno staccare i listelli semplicemente tirando i pezzi ma si dovrà usare una lama a scalpello e una lama a seghetto tagliando i singoli listelli nelle zone di giunzione con le ordinate.

 

Il pericolo maggiore consiste nel danneggiare e distruggere alcuni pezzi dei ponti rendendoli inutilizzabili.

La precauzione migliore consiste nell’usare del cartoncino leggero e liscio e riportare la sagoma dei ponti che sono ora incollati sulle ordinate prestando una maggiore attenzione a quello centrale che presenta diversi incastri. Per dare una certa rigidità la forma viene riportata su un foglio di balsa o meglio ancora di compensato da un millimetro di spessore, viene tagliata e poi si procede nuovamente a verificare la correttezza con il ponte originale.

Nel caso questo si danneggi e diventi irrecuperabile si potrà procedere alla ricostruzione avvalendosi della sagoma così creata, lo spessore del nuovo ponte deve essere simile all’originale distrutto.

Le strisce di compensato prefabbricato con le aperture dei sabordi

Le strisce di compensato prefabbricato con le aperture dei sabordi

Si inizia con lo staccare i listelli del fasciame che rivestono lo scafo partendo dall’alto e scendendo verso la chiglia.
Nei kit si trovano spesso delle strisce di compensato presagomato e prefustellato destinate al corretto posizionamento dei sabordi, vanno incollate direttamente sulle ordinate prima del rivestimento con il fasciame ed anche in questo caso è meglio premunirsi realizzando delle sagome in cartoncino.

Si ritorna ad avere uno scheletro pulito

Si ritorna ad avere uno scheletro pulito

Alla fine si deve arrivare ad avere uno scheletro nudo senza i listelli laterali.
Giunti a questo punto si deve osservare e verificare quali ordinate non rispettano la corretta perpendicolarità e dovranno essere smontate, ovviamente se sono incollate ad un ponte si deve procedere a toglierlo.

Cutter con lame a seghetto

Cutter con lame a seghetto

È opportuno utilizzare una taglierina che possa montare anche un seghetto a denti fitti lungo circa cinque centimetri, la lama va piegata leggermente in modo che risulti parallela alla chiglia e si procede al taglio sui due lati destro e sinistro fintanto che non rimane solo la colla sulla testa dell’incastro che si separa facendo oscillare l’ordinata verso la prua e verso la poppa.
Dopo il suddetto taglio l’incastro tra la chiglia e le ordinate risulterà essere leggermente più largo di quanto dovrebbe essere ma basta incollare sulla chiglia o sull’incastro una striscia di carta. Si procede poi con il bloccare in modo provvisorio una delle ordinate smontate utilizzando due punti di colla vinilica a presa rapida verificando che sia perpendicolare, verticale e parallela alla chiglia.
Dopo un’ora se va tutto bene la si incolla in altri due o tre punti. Si procede in modo analogo con le altre ordinate fino al completamento dello scheletro, si fissano ora i sottoponti e se il modello non è più svergolato si procede al fissaggio definitivo tra le ordinate e la chiglia.
È fondamentale che la chiglia risulti rettilinea. 

Il primo fasciame deve essere lisciato in modo accurato fintanto che non si ottiene una superficie liscia perché rappresenta la base di partenza del rivestimento definitivo.
In questa fase va valutato anche lo spessore residuo del legno della chiglia soprattutto nella zona della poppa che deve corrispondere allo spessore del timone.
Non si tratta di un’operazione difficile né troppo noiosa e lunga, in genere per un o scafo di 70, 80 cm sono sufficienti un decina di ore di lavoro.
All’inizio si utilizza un lisciatoio rigido con una carta vetrata per legno a grana media-grossa e si rifinisce con una medio-fine.

La sgrossatura usando delle spugnette da cucina

Le spugnette da cucina usate per la sgrossatura

Le spugnette usate per la sgrossatura delle zone concave

Le spugnette usate per la sgrossatura delle zone concave

Nella zona della poppa a causa della curvatura concava dello scafo non si possono utilizzare dei lisciati di legno ed allora si rivela molto utile rivestire di carta vetrata una comune spugna da cucina inventando questo semplice attrezzo.

Sgrossare le zone concave verticalmente

Sgrossare le zone concave verticalmente

Si sgrossa dapprima passando la spugnetta verticalmente rispetto allo scafo.
Si applica una leggera pressione e si muove la spugna velocemente spostandosi dalla poppa verso il centro della nave.

Sgrossare le zone concave orizzontalmente

Sgrossare le zone concave orizzontalmente

Si prosegue la lisciatura seguendo le linee orizzontali dello scafo.
Le grane troppo fini vanno evitate perché renderebbero troppo liscio lo scafo, infatti una leggera asperità lasciata dalla carteggiatura facilita un migliore ancoraggio del sottile legno del secondo fasciame.

Una parte della polvere del listello va conservata

Una parte della polvere del listello va conservata

Se si unisce questa sottile polvere di legno alla colla aliphatica si può creare dello stucco molto tenace, dello stesso colore e perfettamente carteggiabile.
Per lo stucco non si deve assolutamente usare la colla a base vinilica.

Una buona levigatura del primo fasciame asporta circa un terzo del legno del rivestimento e la quantità eliminata è notevole, una parte va raccolta e conservata.