Il concetto di base è semplice:
costruire uno stampo partendo dall’originale e usarlo per ricavare tutte le copie che servono.

Nel caso specifico il decoro ornamentale è una finestra in metallo.

Preparazione degli stampi

Preparazione degli stampi

Se gli originali sono molto complessi gli stampi devono essere formati da due parti distinte che richiedono molto tempo per essere realizzati perché sono costituiti da due colate di silicone separate, necessitano di una accurata pianificazione e di una notevole esperienza ed abilità che spesso non rientrano nel bagaglio di un modellista.
Questo tipo di stampo viene chiamato bivalve.

La vasca di colaggio del silicone

La vasca di colaggio del silicone

Il tipo più comune di stampo è chiamato mono blocco o a pozzo ed è impiegabile in quasi la totalità delle situazioni.
Per prima cosa si deve costruire una scatola attorno agli oggetti da riprodurre lasciando un centimetro di spazio su tutti i lati, si possono utilizzare diversi materiali e vanno bene anche il comune cartoncino leggero o il legno di balsa, basta sigillare le fessure con del nastro adesivo per evitare la fuoriuscita del silicone.
Dopo il colaggio la scatola va buttata.

Uno stampo con le pareti troppo sottili rischia di lacerarsi dopo pochi utilizzi diventando di fatto inutilizzabile, se invece sono grosse risultano essere anche troppo pesanti schiacciandosi all’interno e deformandosi durante la colata della resina e rovinando il lavoro.

Le pareti dalle corrette dimensioni garantiscono una lunga vita e una riproduzione sempre fedele dei particolari. Il pezzo da riprodurre deve rimanere sospeso in mezzo al contenitore e allo scopo si possono usare dei listelli, degli stuzzicadenti o degli spilli, l’importante è mantenere quanto più possibile ridotto il punto di contatto perché dovrà essere corretto successivamente con la carta vetrata.

La materia prima degli stampi

La materia prima degli stampi

Ci sono diversi tipi di gomme siliconiche, le più semplici da utilizzare si presentano come due flaconcini contenenti la stessa quantità di liquido, vanno mescolate in parti uguali e sono adatte ai principianti o a chi necessita di realizzare poche copie perché tendono a deteriorarsi già dopo una decina di utilizzi.

Un altro tipo comune di silicone prevede l’impiego di una base a cui si deve aggiungere un catalizzatore con percentuali variabili da prodotto a prodotto che di norma sono comprese tra il due e il cinque per cento.

I due componenti in parti uguali

I due componenti sono in parti uguali

La miscela va mescolata per alcuni minuti molto lentamente raschiando le pareti e il fondo perché tutto il silicone si deve amalgamare con il catalizzatore, è anche importante evitare che l’impasto non si riempia di bolle d’aria. Il silicone per sua natura tende a trattenerle al suo interno e diventano dei difetti visibili sulle copie riprodotte, per questo motivo bisogna fare tutto il possibile per evitarle.

Il colaggio dello stampo in silicone

Il colaggio del silicone nello stampo

Il silicone non deve cadere direttamente sull’originale, ma va versato lateralmente, si insinuerà da solo tutto intorno al modello, riempiendo qualunque fessura od interstizio. Una volta asciutto si separa lo stampo in silicone dalla scatola e lo si taglia a metà, si estrae quindi l’originale e si riuniscono le due parti per creare la cavità destinata un altro colaggio, per i pezzi più piccoli si può tagliare il silicone solo da un lato.

Gli oggetti duplicati in resina

Gli oggetti duplicati in resina

Il prodotto più indicato per il colaggio è la resina da colata a rapido indurimento a freddo, anche questa si presenta in due composti da miscelare preventivamente.

In commercio si trovano anche delle resine metallizzate a base epossidica adatte a riprodurre le artiglierie.
Anche le resine colorate trasparenti sono interessanti perché offrono un’infinità di possibilità di sfumature e sono indicate per imitare perfettamente la pasta di vetro e simulare per esempio le lanterne dei fanali di poppa.

Un oggetto duplicato rifinito e pulito

Un oggetto duplicato rifinito e pulito

Gli oggetti duplicati con la tecnica del colaggio sono tutti perfettamente uguali all’originale.

 

RICOSTRUIRE GLI INFISSI DELLE FINESTRE

Cosa serve per realizzare gli infissi delle finestre

Basta un listellino per migliorare gli infissi delle finestre

Su un vascello le finestre devono essere tutte uguali ed essere costruite nello stesso modo per rendere uniforme lo scafo nel suo insieme.
Nei kit queste vengono fornite già belle e pronte da montare. Spesso sono realizzate con una fusione metallica brunita o dorata.
I materiali allegati ai kit sono però contati e non è quasi mai possibile acquistare elementi aggiutivi.

Si devono quindi costruire ex-novo.

 

Come dimensionare gli infissi delle finestre

Sono necessari solo pochi listelli di scarto

Per prima cosa si riveste l’interno dell’apertura della finestra con dei listelli di noce in modo da avere lo stesso colore della facciata.

Di solito il legname di queste paratie era posato orizzontalmente ma nei vascelli di maggiori dimensioni si posava un secondo strato a rinforzo ed ovviamente i corsi erano incrociati e quindi alla vista finale erano in verticale.

Per gli infissi interni si utilizza un semplice listello in tiglio da 1×2 mm che corrispondono a circa 7×14 cm reali, lo si piega senza tagliare in modo da avere quattro spezzoni che rimangono uniti tra di loro.

 

Come mettere realizzare gli incastri degli infissi

Le incisioni dei listelli

Dapprima si bloccano i quattro spezzoni di listello con del nastro adesivo da carrozziere in modo che rimangano uniti.
Si pratica un’incisione della larghezza di 1 mm fino a quasi la metà dell’altezza del listello. Si utilizza un seghetto a denti stretti e si allarga la fessura con una lima piatta, vanno bene anche quelle in cartone per le unghie.

 

Come mettere realizzare gli incastri degli infissi

I listelli con l’incastro

Una volta che il listello viene liberato dal nastro adesivo si avranno ottenuto quattro incastri perfettamente uguali tra di loro.

 

Come mettere a squadra i montanti degli infissi

I listelli sono perpendicolari

Per realizzare il montante centrale che sporge leggermente rispetto alla struttura della finestra si separano i quattro listellini e si incastrano a due a due.
Siccome l’incisione non è molto profonda uno dei due montanti rimarrà più alto di circa 0,3 – 0,5 mm che corrispondono a 2 o 3,5 cm reali. Per garantire una perfetta perpendicolarità si utilizzano dei comunissimi (almeno per chi ha bimbi piccoli) mattoncini da costruzione.

 

Come assottigliare i montanti degli infissi

Gli incastri sono perfettamente perpendicolari

I listelli incollati nello step precedente presentano due altezze differenti e quindi si pareggia il livello da solo un lato che è quello interno allo scafo.
In questo modo si simula il battente centrale verticale che permette l’apertura della finestra.

 

Gli infissi interni di una finestra

La finestra vista dall’esterno

La croce della finestra viene correttamente dimensionata all’apertura e quindi incollata.
Osservando attentamente il davanti si nota come il montante verticale sia leggermente sporgente rispetto a quello orizzontale.

 

Come incollare gli infissi dall’interno

La finestra vista dal retro

Per garantire un ancoraggio perfetto si utilizza la colla aliphatica applicando sul retro quattro puntini, una volta asciutta la colla si ritira ed eventuali eccedenze potranno essere asportate con la lama di una taglierina.

La colla vinilica una volta asciutta non è carteggiabile perché rimane sempre un po’ molliccia, mentre quella aliphatoca si indurisce ed è perfettamente lavorabile.

Alla fine la struttura che ora appare troppo chiara verrà passata con una mano di mordente noce ed uniformata alla facciata.

LO STRUMENTO PER MISURARE LA VELOCITÀ DI NAVIGAZIONE

Strumento per misurare la velocità di un veliero

Strumento per misurare la velocità di un veliero come il Cutty Sark

Questo disegno illustra uno strumento atto a misurare la velocità di navigazione di un veliero, pur essendo uno strumento fondamentale (come il sestante) è poco conosciuto al grande pubblico e non viene quasi mai inserito nei modellini.
La struttura è composta da un piatto metallico convesso e pesante dalla forma di quarto di cerchio, viene legato con una corda ad una struttura agganciata al parapetto della nave. La corda presenta dei nodi a distanze regolari ed è avvolta su di un cilindro.

Quando il piatto viene posto sulla superficie del mare il suo peso lo rende ancorato alle onde e la sua posizione non viene modificata dallo srotolamento della corda, una clessidra tarata su un tempo prefissato permetterà di valutare con precisione la velocità dello scafo semplicemente contando i nodi.

 

I pezzi di scarto necessari per costruire lo strumento atto a misurare la velocità di navigazione.

I pezzi di scarto necessari per costruire lo strumento atto a misurare la velocità di navigazione.

La realizzazione non presenta particolari problemi in quanto è piuttosto semplice, in ogni caso è meglio attenersi al disegno.
Il piatto di metallo viene realizzato utilizzando la parte terminale di un vecchio infila ago, ma andrebbe benissimo qualsiasi altro materiale di scarto.

 

Il corpo principale in legno

Il corpo principale in legno

La struttura è realizzata con due listelli di legno con lo spessore assottigliato e sagomati ad arco nella parte inferiore, sul bordo interno vengono incollati due tondini di filo di ottone dal diametro di 0,5 mm. Il perno del tamburo è realizzato con due caviglie molto piccole mentre per la sezione centrale si può utilizzare un listello cilindrico da 2 mm.

 

La struttura va posizionata all’interno del parapetto

La struttura va posizionata all’interno del parapetto

Sul tamburo si arrotola del filo di refe da 0.10 mm, è preferibile non eseguire i nodini perché una volta tradotti nella scala il loro spessore risulterebbe eccessivo, è meglio limitarsi a dare un leggero movimento al cordame.
Alla fine si incolla la struttura al parapetto.

 

Il congegno posizionato all’interno del parapetto aumenta il dettaglio e conferisce un tocco di eleganza al Cutty Sark.

Il congegno posizionato all’interno del parapetto aumenta il dettaglio e conferisce un tocco di eleganza al Cutty Sark.

Per finire si incollo con la colla ciano acrilica la parte bassa del piatto sul ponte e si collega il filo al rocchetto presente sulla struttura.

TRASFORMARE LA SCALA DI UN DISEGNO

Pantografo

Esempio di Pantografo a mano

Quando si acquistano dei piani di costruzione i disegni non sempre corrispondono alla scala desiderata e in genere sono troppo grandi e necessitano di una riduzione, a volte nello stesso plico si trovano fogli con scale differenti.

Sui vari libri di modellismo se e quando viene trattato questo argomento si inseriscono termini e tecniche derivate dal pantografo. Questo semplice strumento era necessario fino agli anni 90 ossia fino a quando le fotocopiatrici erano macchinari rari e costosi.

Nel mio caso specifico ho acquistato le tavole di costruzione del Cutty Sark comprendenti 9 fogli in scala 1:60, troppo grande per me perché avrebbe prodotto un modellino con lo scafo lungo 120 cm quasi 150 con il bompresso), per questa ragione ho deciso di ridurla a 1:72 con lo scafo lungo 98 cm.

Come calcolare il rapporto di riduzione:

La scala iniziale è 1:60
La scala finale è 1:72
Il rapporto è dato dalla scala iniziale diviso per la scala finale pertanto: 60/72 = 0,83.
Il risultato di 83%, rappresenta il valore che bisogna applicare per ottenere un rapporto corretto, in altre parole ogni singola misura dei piani costruttivi va moltiplicata per 0,83.
I fogli originali hanno delle dimensioni ragguardevoli, i più piccoli misurano solo 90 cm per 50 cm mentre i più grandi arrivano a superare i 200 cm per 120 cm.

Per ottenere questo risultato si possono portare i fogli originali in una eliografia ben attrezzata ed effettuare una scansione e relativa stampa impostando 83 quale valore di rapporto, ma il costo è molto elevato e supererebbe di gran lunga quanto si possa spendere per tutto il legname necessario ad assemblare il modellino.

La soluzione più semplice ed economica consiste nel fare delle fotocopie in formato A3 impostando il valore 83 sulla scala di riduzione.
Essendo le fotocopie molto più piccole degli originali si rende necessario sovrapporre di circa 10 cm le singole passate.
Conviene utilizzare sempre e solo una stessa fotocopiatrice al fine di evitare che macchine diverse abbiano riduzioni leggermente diverse con delle leggere distorsioni dovute alle ottiche delle macchine e creino ulteriori disagi al già lungo e laborioso lavoro.

RICOSTRUIRE LE PORTE DI LEGNO

Realizzare una porta può sembrare all’apparenza una cosa banale, in teoria sarebbe sufficiente accostare alcuni listelli di legno e ritagliare la sagoma, ma su una superficie di ridotte dimensioni si ottiene un effetto plastificato troppo piatto anche se tecnicamente perfetto.

I listelli delle porte

Uno step della lavorazione delle porte in lavoro.

Quando si riveste interamente uno scafo si utilizzano dei listelli perfettamente accostati gli uni agli altri senza lasciare spazi o fessure e l’insieme dello scafo ne trarrà beneficio. Grazie alle sue notevoli dimensioni per l’osservatore risulterà facile identificare i singoli listelli o corsi.

Per i particolari più minuti si deve ricorrere ad un espediente per enfatizzare le fughe e separare visivamente le singole tavole commettendo quindi un errore voluto e controllato lasciando un leggerissimo spazio tra le fughe dei listelli.

 

Porte in lavoro

Uno step della lavorazione delle porte in lavoro.

Nell’esempio concreto visibile nella foto si adoperano degli spezzoni di noce da tre millimetri di larghezza per uno di spessore. L’apertura della porta però non misura nove millimetri ma  solo otto e di certo sarebbe piuttosto brutto vedere accostate delle tavole di larghezza differente.
La soluzione consiste nell’assottigliarle in modo uniforme finché misurino esattamente un terzo dell’ampiezza da coprire.

Lo spigolo del listello viene quindi arrotondato e smussato, si incollano tre listelli per porta su un foglio di carta nera. Questi vanno leggermente distanziati per garantire la demarcazione delle tavole. Nella foto qui sopra si nota la riga nera tra la seconda e la terza tavola che è visibile solo nelle foto grazie al flash della macchina fotografica che penetra in profondità. Questo difetto non è visibile ad occhio nudo.

 

Ferramenta porte

La ferramenta delle porte viene simulata con delle strisce di carta nera.

Si ritaglia la sagoma e si lascia un mezzo centimetro di carta nera in corrispondenza del lato da incernierare.
Occorre prestare attenzione al fatto che una porta si apre verso destra e l’altra verso sinistra. Sul lato a vista si incollano due strisce di carta nera per simulare la ferramenta delle cerniere, non si deve esagerare con le misure.
Lo spessore della carta inoltre simulerà in modo egregio lo spessore del ferro.

 

Attaccatura delle porte

Come incollare le porte.

Si montano le porte in posizione “chiusa”, si incollano quindi sul retro dapprima le strisce sottili che simulano la ferramenta seguite dall’avanzo del foglio di carta nera che le ricopre.

In questo modo si potranno allestire tanto nella posizione chiusa quanto in quella aperta.

 

Le porte chiuse de “Le Soleil Royal”

In questa versione le porte de “Le Soleil Royal” sono chiuse.

Nella foto qui sopra si vede la versione con le porte chiuse. Questo conferisce una maggiore linearità alla zona della prua che sarà sicuramente molto ricca.

 

Le porte aperte de “Le Soleil Royal”

In questa versione le porte de “Le Soleil Royal” sono aperte.

Nella foto qui sopra si vede la versione con le porte leggermente aperte. Questo conferisce una maggiore dinamicità alla zona della prua che acquisterà movimento.
Ad ogni modo questi sono solo dei dettagli legati più al gusto personale che a  reali necessità tecniche.
Per realizzare la maniglia utilizzo un piccolo spezzone di listello
In questo modo posso utilizzare tanto la versione con le porte chiuse quanto quella con le ante parzialmente aperte.

Annotazione:
Al momento i chiodi sulla ferramenta non vengono simulati ma lo si potrà fare in seguito, vale la regola che se si applica il primo chiodo si devono poi applicare le altre  migliaia.

 

IMPREZIOSIRE LA PARATIA DI PRUA

La paratia di prua è quasi finita.

L’immagine qui sopra mostra la paratia di prua de “Le Soleil Royal”.

Una particolarità delle paratie di prua di questo tipo di galeone è data dal fatto che sono leggermente inclinate all’indietro.

Rispetto al kit di montaggio standard sono state eseguite le seguenti migliorie:

  1. Le finestre presentano gli infissi con del vetro applicato con un effetto anticato (leggermente ondulato e con qualche imperfezione).
  2. Le porte di accesso sono ricostruite e lasciate leggermente aperte per conferire una maggiore profondità al modello.
  3. I sabordi sono stati abbassati al livello del trincarino e alla stessa altezza della batteria laterale.

Nei kit i particolari più complessi vengono forniti in metallo stampato e spesso si tratta di particolari dalla qualità dozzinale e che si possono riprodurre più fedelmente in legno.

 

Prua inclinata de “Le Soleil Royal"

La paratia di prua non va montata perpendicolare allo scafo ma

La paratia di prua è inclinata all’indietro di circa cinque gradi.

Nell’immagine a sinistra si può notare come la posizione del sabordo non è stata ancora modificata spostando l’apertura più in basso.
(vedi l’articolo “MIGLIORARE LA PARATIA DI PRUA “).

Vuoi approfondire l’argomento?

 

Retro paratia di prua

Il retro della paratia di prua.

Quale ultima miglioria viene tagliata l’apertura della porta, per le misure ci si può avvalere delle miniature in metallo allegate al kit.
La cassa interna viene rivestita di legno di noce, per conferire una maggiore profondità i lati verticali sono stati ricavati da listelli leggermente più chiari.
Si deve garantire una perfetta perpendicolarità dello stipite e quindi della porta finita, fissando provvisoriamente la paratia inclinata sul modello per il tempo necessario alla colla di asciugare.

 

Paratia fissa di prua

La paratia di prua è incollata sullo scheletro, si noti lo sfondo colorato in modo non uniforme.

L’ordinata di prua e la relativa costola non sono tra di loro parallele e si forma perciò uno spazio triangolare vuoto che si può sfruttare per conferire una profondità di campo. Si dipinge l’interno di nero antracite, praticamente si tratta di un grigio scurissimo.

Non si deve utilizzare il nero puro o assoluto perché il cervello umano è allenato a riconoscerlo e lo individua immediatamente spostando l’attenzione dai particolari posti in primo piano allo sfondo nero.

In modo analogo anche l’interno dei sabordi subirà lo stesso trattamento cromatico.

Le mura esterne nella zona della prua sono leggermente arcuate verso l’interno e per garantire una maggiore stabilità si può sfruttare lo spazio vuoto per incollare un rinforzo che garantisca la corretta posizione.

 

Paratia di prua finita

Paratia di prua finita incollata in posizione.

La parte esterna della paratia viene rivesta con dei listelli di legno di noce ad appoggiata provvisoriamente per valutare l’effetto d’insieme.

Nei vascelli con tonnellaggio ridotto la posa dei listelli sulle paratie deve essere parallelo, ma in quelli di dimensioni maggiori il rivestimento è doppio e quello che vediamo è posto in verticale.

Per mascherare l’antiestetico legno chiaro della balsa gli stipiti delle porte vengono rivestiti con un’essenza di noce e per conferire una maggiore profondità i lati verticali sono leggermente più chiari. Si deve anche garantire una perfetta perpendicolarità del montante rispetto allo scafo e non alla paratia che è inclinata, la soluzione migliore consiste nel fermarla provvisoriamente sullo scafo per il tempo necessario alla colla di asciugare.

CORREGGERE GLI ERRORI DELLA PARATIA DI PRUA

La paratia di prua presenta è errata.

La paratia di prua presenta una grossa anomalia con i sabordi inferiori troppo alti rispetto alla linea del ponte.

Tanto nei modelli in kit quanto nelle tavole destinate all’autocostruzione si trovano sempre delle incongruenze dovute ad una  affrettata fase di sviluppo del progetto seguita da una assente fase di controllo, verifica e correzione.

L’occhio di un modellista può talvolta individuarli subito, altre volte invece si viene a conoscenza del problema leggendo i forum dedicati su internet ed infine certi errori non vengono individuati se non a montaggio ultimato.

Per fare un esempio concreto se osservassimo la paratia di prua del “Le Soleil Royal” quando questa è smontata ed è appoggiata sul tavolo da lavoro è quasi impossibile accorgersi che presenta una grossa anomalia con i sabordi inferiori troppo alti rispetto alla linea del ponte. In questo caso è facile rimediare anche se la paratia è già stata incollata perché è sufficiente chiudere le due aperture errate ed aprirne altre due un po’ più in basso.
In ogni vascello il settore della prua è molto ricco di particolari che possono essere ben dettagliati e le migliorie che si possono apportare sono numerose.