Il primo fasciame deve essere lisciato in modo accurato fintanto che non si ottiene una superficie liscia perché rappresenta la base di partenza del rivestimento definitivo.
In questa fase va valutato anche lo spessore residuo del legno della chiglia soprattutto nella zona della poppa che deve corrispondere allo spessore del timone.
Non si tratta di un’operazione difficile né troppo noiosa e lunga, in genere per un o scafo di 70, 80 cm sono sufficienti un decina di ore di lavoro.
All’inizio si utilizza un lisciatoio rigido con una carta vetrata per legno a grana media-grossa e si rifinisce con una medio-fine.

La sgrossatura usando delle spugnette da cucina

Le spugnette da cucina usate per la sgrossatura

Le spugnette usate per la sgrossatura delle zone concave

Le spugnette usate per la sgrossatura delle zone concave

Nella zona della poppa a causa della curvatura concava dello scafo non si possono utilizzare dei lisciati di legno ed allora si rivela molto utile rivestire di carta vetrata una comune spugna da cucina inventando questo semplice attrezzo.

Sgrossare le zone concave verticalmente

Sgrossare le zone concave verticalmente

Si sgrossa dapprima passando la spugnetta verticalmente rispetto allo scafo.
Si applica una leggera pressione e si muove la spugna velocemente spostandosi dalla poppa verso il centro della nave.

Sgrossare le zone concave orizzontalmente

Sgrossare le zone concave orizzontalmente

Si prosegue la lisciatura seguendo le linee orizzontali dello scafo.
Le grane troppo fini vanno evitate perché renderebbero troppo liscio lo scafo, infatti una leggera asperità lasciata dalla carteggiatura facilita un migliore ancoraggio del sottile legno del secondo fasciame.

Una parte della polvere del listello va conservata

Una parte della polvere del listello va conservata

Se si unisce questa sottile polvere di legno alla colla aliphatica si può creare dello stucco molto tenace, dello stesso colore e perfettamente carteggiabile.
Per lo stucco non si deve assolutamente usare la colla a base vinilica.

Una buona levigatura del primo fasciame asporta circa un terzo del legno del rivestimento e la quantità eliminata è notevole, una parte va raccolta e conservata.

 

 

Le luci e le lanterne di segnalazione rappresentano uno degli ultimi particolari da realizzare ed interrompono la linearità del bordo dello scafo. Sono spesso solo un punto di colore vivace ma attireranno l’attenzione più di altri particolari o manufatti.

Le lanterne in legno e i dettagli da aggiungere

Le lanterne in legno e i dettagli da aggiungere

Anche se ci si deve attenere ai disegni la struttura in legno è di semplice costruzione.

Il vetro della lanterna

Il vetro della lanterna

L’elemento più interessante è rappresentato dal vetro della lanterna, si possono adoperare allo scopo due piccole lampadine. In alternativa si deve sagomare dello spure o della plastica  trasparente ma il risultato finale sarebbe comunque un vetro dalla superficie opaca.
Lavorando delicatamente con un nuovo disco abrasivo montato su un minitrapano si deve asportare la parte inferiore della lampadina.

Le lanterne finite ma senza la campana di vetro

Le lanterne finite ma senza la campana di vetro

La struttura è semplice da realizzare con dei listelli di noce da 0,5 mm di spessore rinforzati all’interno con un listello quadrato da 1 mm di lato il cui bordo è stato ulteriormente assottigliato con la carta di vetro. La protezione metallica viene realizzata utilizzando tre gradini di una scala in ottone curvata a quarto di cerchio e con i piedini accorciati in modo che assuma la forma voluta e combaci con il bordo.

Il vetro della lampadina e i supporti

Il vetro della lampadina e i supporti

Per simulare il coperchio superiore della lanterna si sovrappongono due anelli in metallo nero uno più largo con sopra uno più stretto, mentre per la base si adoperano due piccoli oblo tagliati a formare un angolo retto.

Le lanterne finite con la campana di vetro inserita

Le lanterne finite con la campana di vetro inserita

Per dare profondità al colore verde o rosso si dipinge dapprima l’interno del legno e il metallo della scaletta con dell’acrilico o del primer bianco e successivamente si passano alcune mani leggere di acquerello.

La lanterna finita confrontata con l’originale

La lanterna finita confrontata con l’originale

Nonostante le dimensioni siano assai contenute l’effetto è davvero interessante.

Disponendo della documentazione adatta è facile ricostruire questi particolari come nell’esempio della foto qui sopra del Cutty Sark.

Le fibre del legno permettono di piegare il materiale ma se non sottoposto ad un trattamento stabilizzante tende a ritornare da solo alla forma iniziale, detto trattamento può essere sostanzialmente di due tipi:
termico o meccanico.

Piega listelli elettrico

Piega listelli elettrico

Piega listelli elettrico

Una volta nei negozi specializzati si trovava facilmente un piega listelli elettrico con una forma vagamente somigliante ad un saldatore, occorreva solo stare attenti alle mani, perché la resistenza elettrica era molto potente e la testina si scaldava come un ferro da stiro, era completato con un cilindretto e una molla destinati a guidare il listello durante la piega ma di fatto non era molto utile e quindi veniva smontata quasi subito, era in definitiva un attrezzo piuttosto pericoloso.

Piega listelli elettrico moderno

Piega listelli elettrico moderno

Ora per fortuna oggi si può acquistare per pochi euro un attrezzo molto più sicuro perché evita il contatto continuo e diretto con le mani, è venduto con una dima in legno ma nulla vieta di costruirsene altre per riprodurre curve differenti.

Listelli piegati con un attrezzo elettrico

Listelli piegati con un attrezzo elettrico

Il listello va posizionato sopra alla dima di legno e con la ruota bollente dell’attrezzo va premuto contro la sagoma, si pressa un poco alla volta facendolo scorrere avanti e indietro sopra al listello, il calore fa evaporare l’acqua e il legno si piega facilmente.

Pinza piega listelli

La pinza piega listelli

La pinza piega listelli

La pinza piega listelli altro non è che una tronchesina con una sola lama poco affilata, il legno viene inciso da un solo lato e si piega grazie alla pressione esercitata.

Listello piegato meccanocamenteListello piegato meccanocamente

Listello piegato con la pinza

L’angolo di curvatura viene definito dalla combinazione del numero delle incisioni e dalla pressione esercitata. Si tratta di un procedimento puramente meccanico.

Tornio piega listelli

Piega listelli meccanico

Piega listelli meccanico

Esiste un accessorio che permette di piegare il legno a freddo, è formato da tre cilindri, il listello viene inserito e girando la ruota di dimensioni maggiori viene pressato e piegato. Qui il legno deve essere molto umido, l’ideale sarebbe lasciarlo a mollo in acqua per almeno un’ora. I movimenti meccanici sono ridotti e necessita di una certa esperienza altrimenti spezza il listello, ma una volta imparato ad usarlo non lo rovina sul retro come invece fa la pinza.

Listello piegato meccanicamente

Listello piegato meccanicamente

Dopo aver piegato il listello lo si deve asciugare bene prima di poterlo incollare, si riescono a creare delle curve davvero molto strette.

Barattolo piega listelli

listello a candela

listello a candela

Questo attrezzo va realizzato in proprio inserendo una candela all’interno di una lattina vuota, la fiamma riscalda la superficie e il metallo arroventato conferisce la curva desiderata.

Il listello deve essere umido e va appoggiato sulla lattina già riscaldata.
Le frecce ROSSE  mostrano i punti in cui fare pressione verso il basso.

Piegare un listello con un barattolo e una candela

Piegare un listello con un barattolo e una candela

Si forza leggermente verso il basso per il tempo necessario a fare evaporare l’acqua.

Listello piegato con la lattina e la candelaListello piegato con la lattina e la candela

Listello piegato con la lattina e la candela

Il listello così curvato si presenta liscio su ambedue le facce, per contro non si riescono  ad effettuare curve molto strette.

Si tratta è un sistema a costo zero ma non è sicuro perché:
1) La lattina tende a rotolare
2) La candela rappresenta una fiamma libera vicino a materiali facilmente infiammabili ( segatura, colle, solventi…)
Richiede quindi una certa attenzione e sarebbe meglio riuscire a bloccare anche i movimenti rotatori della lattina.

In certe zone del modellino il listello curvato deve essere bello e perfetto anche dalla parte interna non è possibile adoperare con successo le tecniche e gli attrezzi appena visti:

Gli incintioni

Incintione del Cutty Sark

Incintione del Cutty Sark

La freccia ROSSA mostra un’incintione del Cutty Sark che pur essendo di legno pregiato e duro non deve presentare nessun difetto di lavorazione.

Taglio incintione del Cutty SarkTaglio incintione del Cutty Sark

Taglio incintione del Cutty Sark

Si deve ricorre allora ad alcuni trucchi, gli incintioni possono essere riprodotti tagliando la sagoma da una tavoletta, lo spessore deve essere leggermente più abbondante per consentire una certa comodità di montaggio, le eccedenze saranno facilmente rimosse successivamente con la carta vetrata.

Le impavesate

Le impavesate del Le soleil Royal

Le impavesate del Le soleil Royal

Per le impavesate invece conviene costruirle in compensato di betulla da mezzo millimetro di spessore, fissarle saldamente allo scafo e quindi rivestirle internamente ed esternamente con dei listelli di legno pregiato anch’essi spessi mezzo millimetro. La struttura così composta risulta essere molto robusta e manterrà autonomamente la forma perché i listelli interni tirano il compensato facendogli assumere una forma arcuata verso l’interno mentre quelli esterni fasciano la costruzione e irrobustiscono la struttura.

 

In teoria non è difficile piegare un listello ma nella pratica questa semplice operazione comporta numerose difficoltà che possono essere superate solo con l’esperienza acquisita.
Ci sono diversi attrezzi preposti ad agevolare questa operazione alcuni acquistabili nei negozi di modellismo ed altri invece che si devono costruire da soli.
Le fibre del legno permettono di piegare il materiale ma se non sottoposto ad un trattamento stabilizzante tende a ritornare da solo alla forma iniziale, detto trattamento può essere sostanzialmente di due tipi:
termico o meccanico.

Ogni tipo di legno ha un suo punto di rottura che dipende in massima parte dal grado di umidità presente nelle fibre e dalla rigidità delle stesse che può essere superato solamente o immergendolo in acqua oppure effettuando più passate e piegando il listello per step successivi.

Primo fasciame

La pinza piega listelli

La pinza piega listelli

Nel primo fasciame si impiegano prevalentemente dei listelli di legno dolce tipo il tiglio che sono facilmente lavorabili e per conferire loro una curva accentuata è preferibile utilizzare una pinza piega listelli che in pratica altro non è che una tronchesina con una sola lama poco affilata, il legno viene inciso da un solo lato e si piega grazie alla pressione esercitata. Se le singole incisioni sono ravvicinate la curvatura aumenta così come aumenta all’aumentare della pressione esercitata sulla pinza. Sul lato interno del listello si formeranno tanti piccoli solchi che garantiranno una più salda presa della colla e di fatto non costituiscono un difetto.

Listello piegato meccanocamenteListello piegato meccanocamente

Listello piegato con la pinza

L’angolo di curvatura viene quindi definito dalla combinazione del numero delle incisioni e dalla pressione esercitata. Si tratta di un procedimento puramente meccanico e non è necessario bagnare il listello a meno che questo non sia completamente secco. È invece molto importante scegliere un legno con le venature perfettamente parallele, vanno evitati nel modo più assoluto quei legni che nel tratto da curvare presentino nodini o linee di venatura diagonali perché in queste posizioni il legno non si piegherà affatto ma si spezzerà.

 

Piega listelli meccanico

Piega listelli meccanico

Esiste un accessorio che permette di piegare il legno a freddo, è formato da tre cilindri, il listello viene inserito e girando la ruota di dimensioni maggiori viene pressato e piegato. Qui il legno deve essere molto umido, l’ideale sarebbe lasciarlo a mollo in acqua per almeno un’ora. I movimenti meccanici sono ridotti e necessita di una certa esperienza altrimenti spezza il listello, ma una volta imparato ad usarlo non lo rovina sul retro come invece fa la pinza.

Listello piegato meccanicamente

Listello piegato meccanicamente

Dopo aver piegato il listello lo si deve asciugare bene prima di poterlo incollare, si riescono a creare delle curve davvero molto strette.

 

Secondo fasciame

I legni utilizzati nel secondo fasciame sono di un essenza pregiata che di norma è anche più dura.
Il modellista ha però un grande vantaggio costituito dal fatto che lo spessore è ridotto a mezzo millimetro e il legno di fatto assume la consistenza di una fettuccia con un elevato grado di elasticità che di fatto pemette di assecondare tutte, o quasi, le curve necessarie al rivestimento dello scafo.
Su legni così sottili non è necessario nessun attrezzo per piegare e sarà sufficiente bloccare il listello in posizione per il tempo necessario alla colla di asciugare.
Per iniziare si deve immergere per un minuto i listelli in acqua tiepida cercando di curvarli con la sola pressione delle dita della mano in modo di facilitare la posa successiva. Questa operazione va svolta in modo molto delicato altrimenti si rischia di rompere il legno. Una volta tolti dall’acqua, i listelli devono essere asciugati con una carta assorbente. Il listello così leggermente piegato deve essere attaccato sulla superficie liscia dello scafo con la colla vinilica e bloccato in positone con del nastro di carta. L’acqua contenuta nelle fibre tenderà ad evaporare conferendo al listello una piega stabilizzata, nel caso invece si avessero incollato dei listelli asciutti questi manterrebbero la loro elasticità tirando la sottostante colla con il rischio di staccarsi con il passare del tempo. Questo è particolarmente frustante laddove la superficie venga successivamente stuccata o dipinta perché comporterà l’inevitabile comparsa di crepe o fessure.

 

Gli incintioni

Incintione in legno duro

Incintione in legno duro

Il problema sorge quando si devono piegare dei listelli di legno duro con degli spessori di diversi millimetri, il caso concreto è rappresento dagli incitioni che devono assecondare delle curve anche molto strette.
La soluzione consiste nel piegare il legno sottoponendolo al calore.
Leggendo sui vari forum si osserverà come ci siano due linee di pensiero distinte, alcuni reputano indispensabile bagnare il legno altri invece lo ritengono un’operazione del tutto inutile, e in definitiva hanno ragione entrambi, tutto dipende dal grado di umidità relativa del legno, se questo è troppo secco si brucerà e si spezzerà senza piegarsi, se invece è troppo umido non manterrà la piega voluta e tenderà a raddrizzarsi in parte. In ogni caso l’umidità interna consente di tirare e premere le fibre, la rapida essicazione invece le stabilizza rendendo immutabile la forma conferita.
C’è quindi una combinazione tra acqua e calore.

 

Aumentare l’umidità del legno

Per inumidire bene il legno di essenza dura non basta bagnarlo immergendolo in acqua per pochi minuti perché l’umidità non viene assorbita dalle fibre interne, è meglio quindi prendere una manciata di listelli ed avvolgerli in uno straccio umido e lasciarli riposare per alcune ore in un ambiente caldo e umido come la cucina o il bagno, lo straccio va appoggiato su un piano orizzontale e girato ogni quarto d’ora in modo da impedire un ristagno d’acqua nella parte inferiore, dopo la piegatura a caldo l’umidità viene ridotta moltissimo ma il listello è ancora toppo impregnato e deve asciugare, lo si può comunque incollare sullo scafo ma non deve essere trattato con la carta vetro per almeno una decina di giorni altrimenti si formeranno dei pilucchi sulla superficie, per lo stesso motivo non deve essere forato o taglaito.

 

La prua è una zona piuttosto critica dove i legni sono sottoposti alla maggiore torsione, si deve comunque piegare ogni singolo listello affinché si adatti alla corretta curvatura, trattandosi del primo strato si utilizza un attrezzo piega-listelli.

La pinza piega listelli

La pinza piega listelli

Tra questi la pinza è uno dei più indicati, su uno dei due becchi è presente una lama  con la quale si incide il lato interno del listello che andrà a contatto con le ordinate, basta questo per piegarlo.
La curva è data sia dalla pressione sia dalla densità delle incisioni.

Il primo fasciame a prua allo stato grezzo

Il primo fasciame a prua allo stato grezzo

Per tenere fissati i listelli il tempo necessario alla colla di asciugare si usano egli spilli da sarto.
Per chiudere completamente la zona della prua è quasi sempre necessario utilizzare anche dei piccoli cunei di legno.
Nell’immagine qui sopra  le frecce BLU mostrano un’area sporgente che andrà corretta in seguito, mentre quelle ROSSE mostrano un listello che si è spezzato durante la posa ed ha formato uno spigolo vivo.

Le correzioni dello scafo

Le correzioni dello scafo

Nonostante la superficie sia stata accuratamente grattata e lisciata a volte ci sono delle zone con degli avvallamenti che necessitano di una correzione sovrapponendo uno  o più listelli di legno, questi vengono incollati con la colla aliphatica che è perfettamente carreggiabile.

Non va mai adoperata la colla vinilica perché durante la levigatura forma dei piccoli grumi gommosi che non si staccano facilmente.

La sporgenza evidenziata dalla freccia BLU mostra come per togliere l’eccedenza si sia formato un buco che andrà riempito con uno spezzone di listello.

… dei listelli del primo fasciame

Con il termine “primo fasciame” si intende la posa dei listelli atti a riempire gli spazi tra le ordinate affinché lo scafo assuma la forma definitiva.

Curva reale del listello

La curva reale che assume un listello dello scafo

Uno dei problemi principali è dato dal fatto che i corsi del fasciame sembrano essere rettilinei e paralleli alla linea di galleggiamento ma invece assumono una forma molto più bizzarra quasi arcuata con le estremità che tendono ad innalzasi notevolmente.

Volete fare una prova:
prendete lo scafo e fissate con del nastro adesivo su un lato un foglio di carta velina in modo che lo copra tutto, dalla prua alla poppa.

A questo punto prendete una matita e tracciate la linea di galleggiamento più diritta che potete, staccate il foglio di carta velina e verificate se effettivamente la linea che avete appena tracciato è una retta oppure una curva come nell’immagine qui sopra.

Un altro problema è costituito dal fatto che a centro nave l’area da ricoprire è molto maggiore di quella della prua e della poppa.

Step posa listello A

Un listello di partenza ancora grezzo

Per il primo fasciame è consigliato l’uso dei listelli di tiglio spessi 2 mm e larghi 4 o 5, si reperiscono facilmente nei negozi di modellismo e sono lunghi 100 cm.
Per prima cosa di accorcia il listello alla lunghezza necessaria aumentato di alcuni centimetri di margine.

Step posa listello B

Si segna la linea di taglio del listello

Si divide idealmente il listello in tre parti: quella della prua che deve essere sempre rastremata, quella centrale che rimane a larghezza piena ed infine quella ella poppa la cui rastrematura deve  invece  essere valutata a seconda della posizione (nei galeoni qui lo spazio da coprire sarà ancora maggiore e quindi non sarà necessario rastremare).
Si traccia una linea che fungerà da guida per il taglio del listello.

Step posa listello C

Il taglio del listello lungo la linea tracciata a matita

Si incomincia incidendo il listello nella parte centrale (come è ben visibile nel riquadrino) e si continua fino all’estremità.
Il taglio così prodotto non avrà un filo liscio ma anzi sarà irregolare. Se le irregolarità non sono troppo marcate non si deve correggerlo con la carta vetrata.

Step posa listello D

Il listello rastremato

Il tassello di scarto va conservato perché verrà utilizzato per riempire gli spazio aperti della poppa.

Scafo quasi rivestito

Lo scafo è quasi rivestito

In tutti gli scafi la calafatura, cioè il rinforzo interno, è di fondamentale importanza per garantire una buona resistenza agli urti e alle deformazioni dovute all’invecchiamento del legno a modello finito.
I falsi ponti che sono stati posizionati assieme alla chiglia impedisce di raggiungere la parte più bassa e con maggiori criticità dello scafo.
Si lascia quindi uno spazio di 3 o 4 cm per consentire la suddetta lavorazione.

Dettaglio posa listelli a prua

Dettaglio posa listelli a prua

La zona più critica da rivestire riguarda la prua perché dopo la lisciatura in  corrispondenza della ciglia si dovrà praticare uno scasso, una fessura lunga e stretta, dove alloggiare il diritto di prua in modo tale che rappresenti la continuazione della chiglia stessa.

Qui i listelli devono essere perfettamente incollati e posizionati anche a pressione. La freccia rossa mostra come bloccare in sede la parte terminale e molto stretta di un listello.

All’apparenza uno scafo così rivestito  sembrerebbe grossolano e trasandato ma invece rappresenta un buon modo di procedere perché all’interno dello scafo i listelli non si presenteranno lisci  ma formeranno dei gradini dove la colla e la garza dalla calafatura faranno una presa notevole ben maggiore rispetto ad uno scafo perfettamente liscio.

Scafo rifinito e lisciato

Lo scafo rifinito e liscio

Ad ogni buon conto dopo la fase di lisciatura dello scafo con la carta vetrata esternamente esso si presenterà perfettamente liscio.

 

 

 

 

 

 

Complesso chiglia ordinate e falsi ponti

Complesso chiglia ordinate e falsi ponti

Il corretto allineamento e perpendicolarità tra la chiglie e le ordinate è garantito dall’inserimento dei finti ponti i quali contribuiscono anche alla solidità della struttura e alla resistenza agli urti accidentali.

Punto critico di rottura

Punto critico di rottura o svergolatura

Inspiegabilmente però l’area dello specchio di poppa è fissata solo sulla falsa chiglia, rimane quindi il timore che la poppa si possa svergolare durante la fase di listellatura.

Non uno ma diversi listelli guida

Non uno ma diversi listelli guida

Il sistema scolastico prevede di iniziare il rivestimento dello scafo con il classico primo listello, ma per evitare delle svergolature se ne possono posare diversi fissati al di sotto delle fiancate dei ponti di batteria.

Nella zona della poppa la falsa chiglia è stata assottigliata ad un terzo dello spessore e in questa fase oscilla parecchio.

Per garantire la corretta perpendicolarità della poppa con il resto dello scafo si inserisce tra le ordinate uno spessore realizzato con del legno di balsa, non va incollato ma solo bloccato con degli spilli.
Si utilizzano dei comuni listelli di tiglio da 5×2 mm lunghi un metro.

Si incolla su un lato il primo listello guida di base in corrispondenza delle tacche riportare sulle ordinate, si gira lo scafo e si incollano DUE listelli, lo si gira di nuovo e ne applicano altri DUE, si continua così fino a posizionarne sei per parte.

Ovviamente per garantire una maggiore tenuta si incollano i listelli anche di lato fissandogli gli uni agli altri e per bloccarli sulle ordinate si usano degli spilli da sarto.

 

I listelli guida della chiglia

I listelli guida della chiglia

Come si può vedere i listelli sono sottoposti ad una notevole torsione lungo l’asse longitudinale, le frecce BLU vogliono evidenziare la chiglia assottigliata, questa operazione è necessaria per ottenere dopo il rivestimento lo stesso spessore del timone.

Rinforzi del listello guida della chiglia

Rinforzi del listello guida della chiglia

Nel riquadrino si vedono due spezzoni di listello, le frecce ROSSE indicano il bordo con lo spigolo smussato.

Posizionamento del rinforzo

Posizionamento del rinforzo

Si abbonda con la colla vinilica in e si inseriscono i rinforzi a pressione in modo tale  da aumentare la superficie di contatto sia  con il listello sia con la chiglia.

Inserimento a pressione del rinforzo

Inserimento a pressione del rinforzo

Le frecce BLU mostrano i rinforzi ora in posizione.
Questo semplice accorgimento garantirà una struttura molto solida.

Dettaglio dei rinforzi della chiglia

Dettaglio dei rinforzi della chiglia

Le frecce BLU evidenziano i dettagli del rinforzo.

Durante la fase di lisciatura del primo fasciame da quest’area sarà asportato molto materiale riducendo sensibilmente lo spessore reale del listello, in alcuni punti sarà ben al di sotto del millimetro e risulterà essere molto fragile.

La freccia ROSSA evidenzia in modo chiaro il punto di rottura dello scafo. Questa anomalia costruttiva è presente anche in altri modelli (per esempio nella corazzata RN Roma) e sinceramente non se ne capisce il motivo.

In un qualsiasi modellino la falsa chiglia si presenta come una tavoletta pretagliata di compensato dallo spessore compreso tra i 4 e i 6 mm.
A causa delle notevoli dimensioni nei kit allegati ai fascicoli delle edicole la falsachiglia è divisa generalmente in tre parti da unirsi ad incastro.

 

Chiglia rinforzata

Chiglia grezza rinforzata con i ponti

Pochi considerano che nella zona della poppa lo scafo deve avere lo stesso spessore del timone che generalmente è dato dalla somma del compensato aumentato dallo spessore del rivestimento finale (0,5 mm) mentre sulla falsa chiglia si incolleranno anche i listelli di tiglio del primo fasciame (ulteriori 2 mm di spessore).

La criticità è data dallo spessore dei listelli di tiglio che sono incollati SOLO sulla falsa  chiglia ed ovviamente su entrambe le fincate.

Errore chiglia grossa

Questo è l’errore che si genera se non si assottiglia la chiglia

Uno degli errori più comuni commessi dai modellisti (anche più esperti) consiste nell’applicare i listelli del fasciame direttamente sulla falsa chiglia e pensare di correggere l’errore carteggiando successivamente, ma non funziona così.
Quale logica conseguenza lo spessore complessivo aumenta notevolmente di circa 4 mm producendo l’errore visibile nella foto qui sopra.

Falsa chiglia assottigliata

La zona della chiglia che deve essere assottigliat

Si deve invece ridurre lo spessore a circa un terzo. L’applicazione dei listelli del primo fasciame aumenterà lo spessore complessivo ritornando alle misure iniziali.
La zona da assottigliare è rappresentata dal tratteggio BLU.

L’assemblaggio dello scheletro con il sistema della chiglia e delle ordinate non presenta quasi mai particolari problemi, l’inserimento dei ponti garantisce la corretta perpendicolarità tra la chiglia e le ordinate e rende abbastanza robusta la struttura nel suo insieme.

Punto critico di rottura

Punto critico di rottura o svergolatura

Per ragioni a me sconosciute molto spesso nei progetti dei vari kit la zona precedente alle ultime ordinate di poppa rimane pericolosamente libera, senza nessun supporto aggiuntivo e senza il rinforzo del falso ponte.

Anche se sembra assurdo la freccia ROSSA mostra un punto assai fragile.

La zona della struttura della poppa non è rinforzata ed unita al resto dello scafo solo dalla chiglia e fintanto che non si terminerà il primo fasciame rimarrà un punto delicato da preservare dai colpi e dalle torsioni.

Per ovviare a questa banale ma pericola criticità basta interporre  un blocchetto di legno di balsa.
Il pericolo maggiore è dovuto alla possibilità di svergolare lo scafo durante la fase del rivestimento con il primo fasciame in quanto i listelli (normalmente di tiglio) sono elastici ed anche se sono incollati sulle ordinate tendono a raddrizzarsi torcendo lo scheletro.

I vetri opachi dei tambucci

I vetri opachi dei tambucci

Una finestra deve essere completata con il vetro, per simularlo si possono incollare sul retro delle strisce di plastica trasparente ma sarebbero poco realistiche e con un effetto a volte sgradevole, per ovviare all’inconveniente è sufficiente opacizzarle passandoci sopra della carta abrasiva a grana fine, per un effetto migliore si può utilizzare anche della plastica rigida, tuttavia questo materiale trasparente o semitrasparente verrebbe incollato sul retro e si noterebbe la differente profondità rispetto ai montanti della finestra.

È adatto per i tambucci.

Un prodotto per simulare il vetro

Un valido prodotto per simulare il vetro

 

Anche il vetro si può riprodurre facilmente acquistando nei negozi specializzati un apposito prodotto.

Asciugare la pellicola che simula il vetro

Asciugare la pellicola che simula il vetro

Lo si spalma con un pennellino o meglio con uno stuzzicadenti attorno al perimetro del singolo vetro della finestra e poi lo si stende a ricoprire l’area. Mentre si asciuga diventa opaco e ci vogliono uno o anche due giorni affinché si secchi completamente ma alla fine ridiventa trasparente.

Un dettaglio realistico di un vetro anticato

Un dettaglio realistico di un vetro anticato

Per conferirgli un aspetto meno plastico durante l’asciugatura il pezzo va capovolto un paio di volte a distanza di circa trenta minuti corrugando così la superficie e simulando un vetro antico.

Piccoli vetri piombati

Piccoli vetri piombati

In alcuni galeoni le vetrate erano composte da piccoli vetri uniti con il piombo, per simulare efficacemente questa finestra non si può semplicemente incollare davanti, o dietro, una griglia metallica perché emergerebbe lo spessore. Se le dimensioni lo consentono si può stendere del tulle per bomboniere o meglio ancora una retina per agrumi.
Si dipinge di grigio scuro con riflessi metallici e si riempiono gli spazi con la tecnica appena descritta, i vetri così formati potrebbero essere completati con una leggera passata di inchiostro tendente al blu o al giallo.